Fortunatamente, in ambito scolastico, non capitano solo cose spiacevoli. Esistono infatti alcune occasioni in cui si può finalmente parlare di qualcosa di particolarmente positivo. Una vicenda che insegna l’altruismo e l’inclusione ci viene data dall’Istituto Tecnico Oriani di Faenza.
In questo istituto infatti l’intera classe ha fatto qualcosa di incredibile e di realmente inclusivo: ha imparato il linguaggio dei segni per poter dunque comunicare con una loro compagna, la quale presenta deficit dell’udito e della vista.
Al riguardo è stata diramata anche una nota a scuola: “Come in questi giorni di festività, il senso del Natale non si sia ridotto ai giorni di festa ma si sia intonato sulle esperienze più belle di particolare sensibilità verso gli altri, a partire dalla ricchezza del quotidiano, riscoperto e avvalorato lungo tutto l’anno scolastico, quale occasione per fare degli ostacoli un trampolino di lancio, situazioni personali che possono essere o diventare ricchezza per tutti, tanto come pratica didattica sperimentale, innovazione pedagogica e scientifica inclusiva e specialistica, quanto come esercizio a coltivare l’attenzione per il valore umano della scuola, per l’inclusione e la condivisione attiva”.
Il Ministro Bussetti non poteva rimanere indifferente alla vicenda che l’ha colpito particolarmente. Su Facebook ha dunque scritto: “Il mio personale plauso e ringraziamento agli studenti della classe 3A-Afm dell’Istituto tecnico Oriani di Faenza che hanno tutti voluto imparare la lingua dei segni per poter comunicare e fare amicizia con la loro nuova compagna di classe non udente”.
Ha quindi proseguito: “Abbattere il muro che impedisce l’integrazione dei ragazzi con deficit uditivo nelle nostre scuole è un impegno serio che io e il Ministro Lorenzo Fontana abbiamo voluto prendere con la firma del protocollo che prevede la formazione di docenti di sostegno qualificati esperti nella lingua dei segni. La scuola non è solo un luogo dove si imparano nozioni ma è il primo contatto tra i nostri ragazzi e la vita in comunità. È la loro seconda casa, dove imparano a socializzare con i loro compagni e dove nascono amicizie tanto profonde da accompagnarli per tutta la vita”.
Infine conclude: “Quello degli studenti dell’istituto Oriani è davvero uno splendido esempio di amicizia e integrazione, un grande gesto di altruismo e amore che auspico sia da esempio per tutta la nostra comunità scolastica”.