In Commissione Cultura alla Camera ha avuto inizio l’esame dei disegni di legge per quel che riguarda l’educazione alla cittadinanza sia nella scuola primaria che nella secondaria. In particolare si è dimostrata interessante la proposta di Forza Italia (la cui prima firmataria è Mariastella Gelmini) e quella della Lega (dove Massimiliano Capitanio è il primo firmatario).
Queste proposte hanno come argomento centrale l’inibizione degli smartphone in classe. Il discorso questa volta è valido anche per i docenti. L’idea è quella di lasciare i propri dispositivi in presidenza e, per eventuali emergenze, occorrerà far riferimento alla segreteria.
Entrambe le fazioni, Lega e Forza Italia, sono concordi per quanto riguarda l’esclusione degli smartphone dalle classi. Nonostante ciò, sono altresì d’accordo sulla promozione di attività di sensibilizzazione per quanto riguarda i diritti e doveri connessi all’uso di Internet e degli altri strumenti digitali, nonché progetti per prevenire e contrastare il bullismo informatico.
Massimiliano Capitanio ha dichiarato riguardo la sensibilizzazione: «Lo spirito del provvedimento non è quello di calare una nuova materia dall’alto di una cattedra, ma di condividere alla pari, con insegnanti e genitori, regole del buon vivere comune, che per noi rappresentano valori e impegni ben precisi: rispetto della Costituzione, cittadinanza digitale, ambiente, salute, legalità, contrasto a bullismo e cyberbullismo, volontariato. Sarà un percorso condiviso con tutti, senza bandiere».
Una cosa dunque appare chiara: gli smartphone sono ancora uno degli argomenti principali per quanto riguarda l’ambito scolastico. È dunque giusto che se ne parli anche in ambito politico. Ma i docenti sarebbero disposti ad accettare il divieto di portare con sé lo smartphone durante le ore di lezione?