Lo psichiatra e psicologo Paolo Crepet torna a parlare di scuola e lo fa con un’intervista al settimanale diocesano Notizie.
Dopo gli ultimi fatti di cronaca che hanno interessato diversi istituti scolastici, Crepet guarda gli insegnanti in veste di educatori piuttosto che di istruttori perché “I ragazzi vanno educati, non istruiti, la scuola deve tornare a produrre educazione”.
Lo psichiatra riflette poi sul ruolo dei genitori e delle famiglie dei giovani studenti dal momento che “L’educazione prevede delle regole. Se queste saltano, salta l’intero impianto. Poi altro grave deficit è rappresentato dalle famiglie”, che ormai “sono implose”.
Secondo Crepet la colpa più importante dei genitori è proprio quella di “non fare i genitori”, in generale a parte alcune eccezioni “Il progetto educativo delle famiglie è completamente fallito: se un giovane arriva così a 16 anni, significa che ha vissuto 16 anni di diseducazione”.
Dott Crepet condivido il suo pensiero ma mi chiedo : chi educa gli educatori? Io vedo tanti insegnanti senza passione per il loro lavoro ed effettivamente senza Amore due particolari fondamentali da considerare in un individuo prima di mandarlo nelle scuole! La formazione primaria e secondaria dovrebbe essere assegnata a laureati formati come educatori è passato attraverso un accurata analisi. Vigliamo migliorare la società? Io penso che dovremmo iniziare da lì. Grazie dott crepet
Gent.ma Sig. Ra Torboli,
mi permetto di rispondere anche io al suo interrogativo, sperando in un certo senso di esserle anche d’aiuto. Sono un docente, appassionato, con una grande propensione allo sviluppo dell’educazione emotiva nella scuola, ancor prima che all’istruzione (magari elitaria). Se da una parte mi considero (ancora) competente, al passo coi tempi, grintoso e appassionato, d’altra parte devo ammettere che comincio “anch’io” ad essere stufo di una scuola che arranca, che s’impoverisce (anche in termini di sicurezza, edilizia, suppellettili ecc.), che è soggetta a continue modificazioni legislative (spesso inutili o onerose per noi), che lotta contro una società che ci accusa di lavorare poco, “di guadagnare tanto”, di essere dei privilegiati e quant’altro. In aggiunta a ciò, scopro di anno in anno di essere anche sempre più coinvolto in riunioni inutili, problematiche da affrontare, moltissimi alunni impegnativi, genitori ostili, aggressivi, frustrati, irrispettosi, colleghi troppo anziani, afoni, depressi. Sicuramente ho dimenticato qualcosa. Tutto ciò, le confesso che ogni tanto mi toglie la serenità e il sorriso di bocca, proprio mentre sto per entrare in classe. Allora, mi domando, ci sarà mai un governo che anziché potenziare stipendi e organico delle forze dell’ordine (non me ne vogliano), parta invece dal cuore della società: potenziare l’educazione, la cultura, la creatività, un corretto modo di fare televisione ecc. motivando quindi anche gli insegnanti, stanchi e tartassati.
Ciao grande Paolo,condivido pienamente ci vogliono più Maestri e i genitori devono essere supportati psicologicamente e legislativamente colgo l’occasione per salutarla affettuosamente