È stato recentemente pubblicato lo studio di Eurydice “Teaching Careers in Europe: Access, Progression and Support” nel quale viene illustrata la domanda e offerta dei docenti ed in quale modo i sistemi educativi affrontano la situazione. L’Italia presenta dati importanti per quel che riguarda l’età media dei docenti: infatti c’è un progressivo invecchiamento degli insegnanti senza avere un adeguato ricambio generazionale. Come se non bastasse, i giovani con il desiderio di insegnare devono rassegnarsi a vivere per molti anni da precari.
In molti paesi d’Europa è prevista una pianificazione preventiva per permettere ai docenti un inserimento stabile nel mondo del lavoro, cosa che non avviene nel nostro Paese dove migliaia di docenti delle graduatorie d’Istituto sono continuamente respinti. Come se non bastasse, in solo sei paesi (tra cui l’Italia) agli insegnanti viene richiesto di superare un concorso; altrove i docenti sono già pienamente qualificati una volta terminato il loro percorso formativo. Sempre nel nostro Paese, a seguito di una formazione post-concorso, si rischia comunque di essere respinti.
Ma i dati negativi nei confronti della scuola italiana non sono terminati qui: risulta anche che, mentre in un terzo dei sistemi educativi d’Europa è offerto un percorso alternativo per ottenere l’abilitazione, anche usufruendo di programmi professionali brevi o basati sul lavoro, in Italia vengono respinti anche coloro che si sono formati sul campo e con tutte le abilitazioni e specializzazioni necessarie.
Addirittura risultano rifiutati anche quei docenti che hanno superato i 36 mesi di servizio richiesti dall’Unione Europea per l’inserimento automatico nei ruoli dello Stato.
L’ultimo macigno che cade addosso ai docenti è il seguente: in molti paesi d’Europa sono presenti misure di sostegno per gli insegnanti, rappresentati da figure professionali e specializzate, in Italia queste figure di supporto mancano.
Per il sindacato questo studio non dice nulla di nuovo, infatti si era già consapevoli di quanta strada dovesse fare l’Italia per adeguarsi al resto d’Europa per quel che riguarda l’istruzione. Sulla questione dell’eccessivo invecchiamento invece si provvederà con il prossimo concorso ma solo a seguito di una lunga e ostacolata strada intrapresa dai nuovi aspiranti insegnanti.
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