Un argomento dolente e difficile da affrontare è quello legato all’educazione dei nostri figli. Innumerevoli sono i dubbi che emergono quando ci si relaziona ai più piccoli, in particolar modo quando si tratta di stabilire delle regole, tra affetto e limiti.
Quante volte ci chiediamo se le nostre convinzioni e le decisioni siano giuste o se prendendo certe posizioni rischiamo di essere etichettati come “cattivi genitori”.
Tra i compiti più difficili che un genitore deve portare a termine vi è sicuramente quello di riuscire a porre dei limiti, soprattutto dal momento che il termine “limite” viene pensato con un’accezione negativa: limitare, a conti fatti, non significa non considerare l’opinione del bambino, arrabbiarsi con lui o mancargli di rispetto.
Risulta di fondamentale importanza ai fini educativi riuscire a dire di no a delle richieste che non possono essere soddisfatte per svariati motivi, a patto che tali limiti siano “spiegati” ai bambini. Bisogna saper argomentare tutti i no, far capire loro i motivi per i quali tali richieste non possono essere accontentate, chiarire che spesso è necessario aspettare per ottenere ciò che si vuole. Educare significa parlare chiaro al bambino, spiegandogli che esistono delle conseguenze che seguiranno a determinati comportamenti.
Si tratta di spiegazione che devono essere date al bambino con calma, senza arrabbiarsi, senza alzare la voce: i bambini comprenderanno di più le parole dette in maniera serena e con i lineamenti distesi.
Se, ad esempio, vi trovate in un supermercato e vostro figlio fa i capricci perché vuole a tutti i costi un determinato oggetto che non gli è necessario o che comunque non volete comprargli, il più grosso sbaglio che potete commettere è quello di accontentarlo e comprarglielo solo perché vi sentite in imbarazzo perché piange ed urla a squarciagola.
Si tratta di un classico esempio in cui il genitore cede per sentirsi sollevatosi poiché il figlio smette di fare i capricci e gli consente di continuare a fare la spesa senza sentirsi gli occhi addosso. Tuttavia, il bambino da questo episodio avrà imparato una lezione: avrà capito che ricorrendo ai capricci può ottenere ciò che vuole e di conseguenza metterà in atto tali comportamenti in maniera sistematica per manipolare l’adulto che, a sua volta, asseconderà ogni suo desiderio.
Si tratta di comportamenti errati che, perpetrati nel tempo, impediranno al piccolo di comprendere che esistono dei limiti da rispettare e non gli consentiranno di controllare le proprie emozioni. Quindi, da adulto, avrà una bassa tolleranza alla frustrazione e sarà portato a far sentire male gli altri al fine di ottenere ciò che desidera.
Un processo educativo carente di limiti è deleterio per il bambino che imparerà a comandare e a decidere, costringendo il genitore a doversi adattare alla sua routine soddisfacendo ogni sua richiesta pur di non contraddirlo.
La psicologa Teresa Rosillo ha dichiarato in un’intervista: “ci siamo dimenticati di dire ai bambini che sono i genitori a comandare”. I genitori devono infatti educare i propri figli in modo che questi ultimi siano in grado di auto-regolarsi, ma perché tale processo avvenga, i genitori dovranno impegnarsi a stabilire con coerenza delle regole dall’esterno.