I Consigli di una Pedagogista nel Passaggio dal Nido alla Scuola d’Infanzia

Il Nido d’Infanzia rappresenta la prima agenzia educativa, sia per il bambino che per la famiglia. I genitori vengono invitati dalla Coordinatrice del servizio e dalle Educatrici della sezione a supportare i primi momenti di Nido del figlio/a, attraverso l’inserimento (o ambientamento), dove il bambino/a comincia a scoprire e a muoversi in spazi (confortevoli, luminosi e morbidi) e a rapportarsi al primo gruppo dei pari della sua vita.

Questo momento, rappresenta la prima conquista di autonomia del bambino, che, ambientandosi, comincia ad affidarsi alle prime insegnanti della sua vita: le educatrici.

Il genitore, grazie alla professionalità delle educatrici del servizio, colma le sue paure ed ansie, e si affeziona molto al servizio, che spesso ritiene caldo, familiare e confortevole, lasciandosi coinvolgere in laboratori, momenti del pranzo, o merende insieme agli altri genitori.

Le educatrici entrano nel cuore dei genitori e del bambino, ed accompagnano il bambino e la famiglia nei primi tre anni di crescita, dove i piccoli hanno raggiunto dei traguardi grandissimi.

Il bambino/a ha imparato a muoversi in uno spazio del tutto nuovo, a rispettare l’altro, ad aspettare il suo turno, ad adattarsi alle routine scolastiche, ad affidarsi a tutte le figure educative, a stare seduto, a rimettere a posto, a mangiare da solo, a bere da solo, a fare la nanna e ad assaggiare le pietanze proposte, incentivando anche il senso del gusto ed imparando ad usare da solo il water (abbandonando così il pannolino e a controllare gli sfinteri).

Il Nido d’Infanzia offre un servizio unico, caldo ed accogliente, ed accompagna il bambino in tre anni di conquiste incredibili, dal movimento, alla parola, all’autonomia.

Verso il terzo anno di vita del bambino, i genitori cominciano a confrontarsi con altre famiglie, circa la futura scuola d’infanzia che andranno a frequentare.

Il Nido d’Infanzia, molto spesso, incentiva momenti di aggregazione e di festa tra mamme e genitori, dove spesso si confrontano tra loro su buone pratiche educative e di cura, e dove iniziano a pensare precocemente a questo delicato passaggio di vita, anticipando il momento di ingresso nella “scuola dei grandi”.

Molte mamme possono vivere questo momento con grande dispiacere, perchè si sono molto affezionate agli spazi, ai luoghi del nido e sopratutto alle educatrici e alla coordinatrice del servizio, e possono sentirsi sole ed inconsolabili.

Le educatrici e la coordinatrice del servizio possono attivarsi in molti sensi, garantendo ai genitori una tranquillità ed un supporto genitoriale in questo delicato momento di vita e di passaggio.

Sarebbe auspicabile che ogni educatrice concluda i colloqui individuali prima di maggio, e che garantisca una continuità, attivandosi a contattare le colleghe della Scuola dell’Infanzia, presentando ogni bambino che andrà a presentare la scuola. Meglio ancora, si potrebbe attivare un percorso di continuità da gennaio a giugno.

pedagogista

Sia la educatrice che la coordinatrice possono attivarsi, fissando un incontro con le colleghe della Scuola dell’Infanzia, con relativa cartellina e schede di osservazione di ogni bambino, decidendo insieme di attivare un percorso nella continuità.

I due servizi possono e dovrebbero essere comunicanti, garantendo alle famiglie tranquillità e trasparenza, con Open Day o con gite concordate (portando i bambini alla scoperta “della scuola del grandi”), o decidendo insieme di leggere un libro, usandolo come filo conduttore tra il Nido d’Infanzia e la Scuola dell’Infanzia.

Concordando con l’Insegnante della Scuola d’Infanzia una Fiaba da leggere, dall’ultimo anno di Nido al primo anno d’Infanzia, sarebbe un lascito che il bambino/a ascolta e ritrova alla Scuola d’Infanzia a settembre, nei primi giorni di inserimento. Un piccolo esempio di “Continuità”, programmata con la Collega della Scuola d’Infanzia, aiuterebbe il bambino/a a ritrovare un elemento noto, ed avvierebbe delle attività con personaggi o parole già noti in una scuola nuova, quindi, con un qualcosa che ha già udito ripetutamente, che già conosce.

Sarebbe come avere un “sottile filo” che lo riporta al Nido, che lo può far sentire supportato e sostenuto in questo delicato passaggio.

Il bambino si sentirebbe così supportato/ aiutato ad instaurare un clima di fiducia con la nuova Insegnante, in un ambiente non ancora conosciuto e con tanti bambini nuovi.

Si potrebbe proporre questa idea di continuità su una “rosa” di Scuole dell’Infanzia vicine al Nido sullo stradario, mettersi in contatto con le Dirigenti, far sì che siano attivati più incontri di Continuità durante l’anno scolastico in corso, anche coinvolgendo qualche collega nel progetto.

– Esempio 1: Si può organizzare alla Scuola d’Infanzia una merenda, una lettura di una storia già nota.
– Esempio 2: La Maestra della scuola d’Infanzia potrebbe passare dal Nido, e farsi conoscere, portando con sé delle foto, un Diario di Bordo della sua sezione, presentando le attività alla futura scuola.
– Esempio 3: (Come sopra citato) Presentare i bambini con fascicolo in Collegio Docenti (con schede di osservazione di entrate e di uscita, con sopra scritto i successi ed i traguardi raggiunti dal bambino durante la permanenza al Nido).

Il genitore/nonni possono essere coinvolti, invitandoli a riprendere i bambini dopo la gita alla scuola d’infanzia, ed accompagnando loro stessi i bambini all’Open day, dove conosceranno personalmente le future insegnanti ed osserveranno la differenza di spazi. L’educatrice può scattare delle foto, e mostrarle in tutto l’anno nella sezione dei grandi del Nido, ripetendo spesso il nome della futura insegnante della scuola d’Infanzia, invitando la collega al Nido d’Infanzia.

L’educatrice e la coordinatrice del servizio del Nido, sono protagoniste attive in questo delicato passaggio, e possono attivarsi con le suddette modalità, o pensandone altre, in concomitanza con le colleghe della Scuola dell’Infanzia, sostenendo questo delicato passaggio di vita delle famiglie e dei bambini, aiutando questi ultimi a concepire i due servizi come comunicanti.

 


Autore articolo
Alice Moncelli

Alice Moncelli

Pedagogista

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