Il segno di una forte e determinata ripartenza avviene dalla Scuola. Dopo giorni di paura, morte e distruzione, nelle zone distrutte dal terremoto si cerca di andare avanti con un piccolo ritorno alla quotidianità.
Nella valle del Tronto, la “scuola” riaprirà con 15 giorni di anticipo rispetto al resto d’Italia. “Abbiamo inviato messaggi ed email tra funzionari, rappresentati di classe ed insegnanti. Cinquanta maestri e professori, su 65, hanno accettato senza pensarci un attimo”, racconta al Corriere Patrizia Palanca, insegnante da oltre 30 anni.
La Scuola sarà ospitata in diverse tende. Dalla periferia di Ascoli Piceno fino all’Istituto Comprensivo di Acquasanta Terme, di cui Patrizia Palanca è dirigente scolastico, vi sono pochi chilometri ma mezza dozzina di istituti. Tra cui anche Arquata del Tronto.
“Più che altro faremo attività da doposcuola, magari aiuteremo i bambini e i ragazzi a ultimare i compiti della vacanze. Oltre agli insegnanti, la Scuola nella tenda ospiterà anche gli psicologi, perché in questo momento sono di grandissimo aiuto e sostegno.”, concluse Palanca.
La Scuola coraggiosa riparte da qui, staccando da quest’aria di paura e morte perché per un bambino la Scuola è normalità è un segno che se pur il fatto accaduto è stato disastroso, nulla è davvero perduto.
È la stessa responsabile dell’IC di Acquasanta Terme a lottare contro i danni del terremoto: ha la casa inagibile, dorme dove riesce, e custodisce le sue cose nella Fiat Grigia con cui si muove in territorio ascolano per mostrarsi la sua voglia di ripartenza.
La sua voce, bella, chiara e battagliera dà un forte segno di sicurezza: “Le vite dei bambini devono tornare a essere scandite dalla campanella di entrata ed uscita della Scuola, non dai movimento improvvisi del nostro territorio”.
La ripartenza nelle zone colpite dal sisma passa tra le mani di tutti, anche tra quelle degli insegnanti.