La scuola dell’infanzia è il momento in cui i bambini dovrebbero poter sperimentare la loro creatività e iniziare a fare esperienza del mondo esterno, non fermarsi a semplici schede da colorare.
Questa prima tappa fondamentale sta però diventando sempre di più un passaggio standardizzato, dove le azioni sono omologate e ripetitive, poco indirizzate alla scoperta.
Sempre più spesso infatti i bambini passano la giornata scolastica e riempire schede con numeri e figure, senza aver fatto di quei numeri o figure alcuna esperienza. Si ritrovano così a colorare cose che non hanno mai visto e delle quali non conoscono l’esistenza, come per esempio il disegno di una castagna o di un fungo.
Questo sistema però sembra rassicurare molti, tra genitori e insegnati, confortati dalla tangibilità del percorso scolastico dei propri figli e alunni.
Tutte le schede compilate appese ai muri e nel quaderno danno una sorta di tranquillità, fanno immaginare che a scuola il bambino impieghi bene il suo tempo e che anzi, magari stia imparando delle competenze che addirittura avrebbe appreso solo in seguito, alla scuola elementare.
Beh, se è il percorso scolastico è un percorso a tappe un motivo c’è e non va sottovalutato.
Alcuni studi hanno dimostrato che il pregrafismo e l’uso di quaderni operativi prima della scuola elementare possono incidere drasticamente sull’apprendimento e che, oltre ad aumentare il rischio di dislessia, possono rendere più difficile individuare una dislessia preesistente.
Per fortuna ci sono molte maestre che si oppongono al quaderno operativo e alle pile di schede da compilare e cercano di incentrare le ore scolastiche sull’apprendimento dei prerequisiti attraverso l’esperienza e non colorando bordi, ricopiando numeri e facendo calcoli, in silenzio, fermi e seduti per ore.
Insomma, un’altra scuola dell’infanzia è possibile, ed è incentrata sui bambini, e non sugli obiettivi che devono raggiungere su una scheda da compilare.
Concordo pienamente… Purtroppo éuna tendenza in aumento!
Anche alla primaria molte cose potrebbero essere meno nozionistiche e astratte… Ma mancando laboratori e strumenti didattici “sperimentali” si compensa con progettie specialisti esterni (scelta che condivido solo x discipline particolari o attività di interdisciplinalità).
Ma alla “materna” credo sia giusto valorizzare il gioco guidato e le attivitádi vita reale.
Meglio rileggersi qualche libro della cara Montessori… E affidarsi ai consigli delle educatrici piú ricche di esperienze!!!
più che altro manca la volontà di investire nella scuola e, di conseguenza, i soldi
Ed evitare di farsi condizionare da genitori competitivi e ansiosi, che già al nido richiedono “prestazioni”, esibizioni, materiale compiuto (e quindi le soluzioni sono due: o bisogna forzare i bambini o il lavoretto lo deve fare la maestra….). Una soluzione parziale è data dalla documentazione fotografica. L’ideale sarebbe un percorso educativo che vedesse affiancati docenti e famiglie nel sostegno all’esplorazione dei bambini e nel rispetto dei loro tempi e fasi di sviluppo. Finché lo scopo delle scuole sarà quello di aumentare le iscrizioni senza costruire un percorso condiviso, purtroppo, lo spettro del lavoretto e delle schede continuerà a farla da padrone.
E’ vero soprattutto la scuola dell’infanzia dovrebbe essere la scuola dove si impara giocando, manipolando, e dove i bambini e gli insegnanti “lavorano” con la fantasia ma le condizioni logistiche spesso non lo permettono,queste sono attività spesso di piccolo gruppo che non sempre come dicevo si possono realizzare. E allora vai, almeno per tenere impegnati alcuni nel frattempo, con le schede…
Oltre all’uso delle schede ci sono, purtroppo, anche i disegni da colorare. Ritengo che questi strumenti didattici sono alquanto nocivi per la crescita della persona poichè ne precludono lo sviluppo delle capacità creative.
Una scuola dell’infanzia centrata sul bambino non solo è possibile ma è una precondizione!
E gli obiettivi sono necessari per questo tipo di scuola se si vuol monitorare passo passo il lavoro che docenti e scuola fanno per aiutare il bambino a crescere esprimendo al massimo le sue potenzialità
Altra cosa sono le metodologie con cui si cerca di raggiungere tali obiettivi centrati sulla crescita del bambino.
Queste debbono essere documentabili per consentire al docente e alla scuola di analizzare ed eventuslmente correggere il lavoro fatto.
La scheda da colorare quindi è solo una delle possibili strategie educative e valutative che se scelta va utilizzata consapevolmente ed in contesti circoscritti e progeammati
Non servono laboratori! Bastano insegnanti con idee creative e divertenti.. e un budget per acquistare materuali per il fai da te…
Dovrebbero andare a vedere cosa si può fare almeno una volta in Austria o in Svizzera.. .
Le maestre non sono delle ragazze inesperte o donne che non hanno trovato di meglio da dare, sono esperte! In Finlandia diventare un’insegnante e difficilissimo perché lo standard richiesto e ALTISSIMO!
La scheda è solo l’ultima fase di un percorso in cui il bambino della scuola dell’infanzia ha bisogno di fare esperienze in prima persona per rapportarsi all’altro, allo spazio, all’ oggetto. Tutto questo per far sì che il bambino possa diventare più competente. Facciamo l’esempio di una sezione di bambini di tre anni che si appresta a fare la vendemmia: nei giorni precedenti è inutile pretendere dai piccoli che colorino grappoli d’uva, sono ancora piccoli e non hanno ancora interiorizzato il cerchio, la forma chiusa. Dopo aver raccolto e pigiato l’uva invece potranno incominciare a disegnare i chicchi d’uva con l’aiuto dell’insegnante, perché hanno avuto occasione di manipolarla, schiacciarla e quindi apprezzarne la rotondità. Lo stesso discorso vale per tutte le attività che gli verranno proposte durante l’anno scolastico, inizialmente devono vivere l’esperienza in prima persona, poi devono avere la possibilità di raccontare il vissuto, quindi devono rappresentare graficamente l’esperienza. Solo a questo punto possono apprestarsi a completare una scheda operativa.
Non capisco perche’ sia necessario inveire contro il lavoretto se questo e’ occasione di lavorare con le mani…creare…manipolare e non in ultima, fare un dono ai nonni, ai genitori…essere grati…poi…schede, sussidi…niente e’ giusto o sbagliato se diventa occasione per fissare, documentare…valutare un percorso anche corporeo…EQUILIBRIO…basta un po’ di equilibrio e buon senso!!!!
Utilizzare il corpo, le mani, i piedi per esplorare il mondo che li circonda