Cos’è il project based learning? Il PBL è un approccio all’insegnamento che pone maggiormente l’accento sull’apprendimento da esperienze complesse, orientate verso il raggiungimento di uno scopo o di un obiettivo specifico, al contrario dell’approccio accademico tradizionale che promuove la memorizzazione meccanica di molteplici nozioni alienate dai loro usi concreti nel mondo reale. L’obiettivo che si pone il PBL è quello di fornire alle giovani generazioni gli strumenti mentali necessari per far fronte alla complessa e mutevole natura dell’economia basata sull’informazione che dovranno prepararsi ad affrontare.
Il problema principale è che il paradigma educativo attuale risulta semplicemente inadeguato e non dà ai nostri giovani gli stimoli, i metodi, i compiti e le soluzioni che permetterebbero loro di sviluppare la loro intelligenza in modo critico, di analizzare e valutare le informazioni che ricevono, e che servirebbero per farli diventare ottimi ascoltatori ed ottimi comunicatori.
La scuola ti ha mai insegnato come verificare, dubitare e mettere in discussione ogni fonte di informazione? Ti ha mai insegnato come organizzare al meglio il tuo lavoro se fai parte di un team collaborativo? Ti ha mai insegnato come rielaborare efficacemente un’informazione in modo da rendere concetti complessi facilmente comunicabili agli altri? Scommetto che la risposta a tutte queste domande è un sistematico ”no”.
Nelle aule attuali, gli studenti lavorano a compiti semplici in cui è importante innanzitutto la memorizzazione di brevi definizioni; lavorano da soli, scrivono solo per l’insegnante, e raramente fanno delle presentazioni. Sono educati giorno dopo giorno ad intrattenere questo tipo di relazioni uno a uno con i loro professori che difficilmente si avvicinano alle richieste ed alla sfide che devono affrontare nella vita reale.
Invece, usando il cosiddetto ”approccio project-based”, gli studenti sono spinti a dover raggiungere obiettivi a lungo termine che hanno molto a che fare con problemi di vita reale. Questo permette agli studenti di osservare la complessità e gli aspetti interdisciplinari di qualsiasi lavoro o attività in modo più realistico, aiutandoli a prepararsi alle sfide future.
In questo processo, gli studenti sono anche motivati ad imparare come usare le nuove tecnologie per assolvere in modo più agevole ai propri compiti. La tecnologia ed internet possono aiutarli nelle loro ricerche, nelle loro analisi, e a prendere in considerazione soluzioni alternative, comunicare e presentare in modo più efficace le proprie idee, i loro progetti ad altri imparando allo stesso tempo come collaborare e lavorare in un team.
Il project based learning da finalmente l’opportunità agli studenti di avere a che fare con un approccio educativo che gli permette di allontanarsi dal limitante modello relazionale uno a uno, professore – studente in favore di una forma di insegnamento con cui imparano come collaborare e raggiungere risultati in modo efficace e lavorando con gli altri. Allo stesso tempo il ruolo dell’insegnante classico necessita, in questa prospettiva, di trasformarsi e di far sì che il docente diventi un facilitatore, una guida per gli studenti.
In questo affascinante report, Bob Pearlman, mostra in modo efficace i tratti specifici e le caratteristiche che rendono il project based learning così diverso da tutti i percorsi formativi tradizionali.
Gli Studenti Maturano Collaborando e Risolvendo Problemi
Perché la Scuola e l’Insegnamento Devono Essere Completamente Trasformati
Non importa quanto sofisticati siano gli strumenti messi a disposizione per le scuole, sono i programmi di studio stabiliti per far adeguare ogni studente alle nuove norme che sono assolutamente inadeguati e non gli saranno d’aiuto, una volta terminata la scuola.
In breve l’insegnamento – e la scuola – devono essere totalmente trasformati.
”Oggi i laureati devono essere dei pensatori critici, devono essere in grado di risolvere problemi, devono essere comunicatori efficaci preparati sia per quanto riguarda le materie di base tradizionali, sia riguardo alle nuove competenze necessarie nel ventunesimo secolo”, questo in perfetto accordo con il Results That Matter: 21st Century Skills and High School Reform, un report pubblicato dalla Partnership for 21st Century Skills a Marzo.
Le competenze di cui si parla sono:
- Capacità di apprendimento e di ragionamento,
- competenze nel campo dell’informazione, della comunicazione e tecnologia, e
- Capacità trasversali.
Gli studenti di oggi hanno a che fare con un modo globalizzato in cui la tecnologia gioca un ruolo fondamentale. Devono essere al tempo stesso bravi comunicatori e bravi collaboratori.
I nuovi ambienti lavorativi richiedono responsabilità e capacità di autogestirsi, nonché capacità relazionali e di gestione dei progetti, necessarie per il lavoro di squadra, e per il raggiungimento della leadership.
Cos’è il Project-Based Learning
Il Project-Based Learning, è stato progettato per mettere ogni studente in una condizione di studente- lavoratore, in cui impara a collaborare, a pensare in modo critico, a comunicare efficacemente sia oralmente che per iscritto, ed apprende i valori del lavoro etico invece di seguire le norme ed i concetti del percorso formativo standard nazionale o statale.
La Homewood School, di Tenterden, in Inghilterra, in quest’ottica, ha chiamato PBL il suo programma di insegnamento totale.
Nelle aule tradizionali, gli studenti lavorano a compiti semplici in cui è importante innanzitutto la memorizzazione di brevi definizioni; lavorano da soli, scrivono solo per l’insegnante, e raramente fanno delle presentazioni.
Ma non confondere il PBL con semplici attività pratiche inserite nel sistema educativo tradizionale per ravvivare un po’ le cose e come un evento culminante di un’unità formativa.
Il PBL vero, al contrario, è profondo, complesso, rigoroso ed integrato. Le sue tappe fondamentali sono quattro:
- Creare squadre composte da tre o più studenti che lavorino ad un progetto di ricerca per un periodo che va dalle tre alle otto settimane.
- Porre inizialmente una serie di domande che stabiliscano ciò che lo studente ha bisogno di apprendere, e stabilire la struttura del progetto inserendo attività e nuove informazioni che potranno essere apprese durante il lavoro.
- Fissare le tappe del progetto, che comprendano, la creazione di un piano, di progetti, ed una presentazione finale, da fare difronte ad un pubblico composto da esperti, genitori e conoscenti.
- Dare valutazioni puntuali e / o feedback ai singoli progetti, alle capacità di comunicazione scritta e orale, al lavoro di squadra, pensiero critico, e ad altre importanti competenze che emergono durante tutto questo processo formativo.
Un luogo dove questa nuova forma di insegnamento è attiva è la New Technology High School, di Napa, in California, che ha adottato il PBL sin dall’inizio della sua attività, nel 1996.
″Avevamo bisogno di un tipo di istruzione che riflettesse gli obiettivi che volevamo fossero raggiunti da tutti gli studenti.″, ha detto Paul Curtis, uno dei primi insegnanti promotori del progetto alla New Tech e adesso direttore del programma di studio della della New Technology Foundation
Come Funziona il PBL
Gli insegnanti del New Tech hanno creato il loro progetto di insegnamento pensando ad otto ambiti d’apprendimento – contenuti standard, collaborazione, pensiero critico, comunicazione verbale, comunicazione scritta, preparazione professionale, etica e da cittadino, ed alfabetizzazione tecnica – da tener presente in tutti i progetti, le valutazioni ed i report.
Gli istruttori iniziano il loro percorso trascinando gli studenti in una situazione concreta o in un progetto realistico che suscita il loro interesse e provoca effetti che devi sapere.
I progetti sono creati allo scopo di risolvere problemi complessi che richiedono un forte spirito critico.
Grazie alla strategia della scuola lo studente potrà:
- Imparare a collaborare, lavorando in gruppo.
- Sviluppare il proprio spirito critico, affrontando problemi complessi.
- Imparare a comunicare verbalmente, facendo presentazioni.
- Imparare a comunicare per iscritto, scrivendo.
- Prendere confidenza con la tecnologia, utilizzandone gli strumenti.
- Sviluppare la responsabilità civica, affrontando problemi locali o globali.
- Apprendere una professione, attraverso internship.
- Imparare nuovi nozioni, attraverso ricerche e facendo tutto ciò sopra descritto.
Progetti che potrebbero essere presi come esempio sono, il proporsi al Congresso per risolvere la crisi del petrolio, affrontare problemi economici come squadra di consiglieri del presidente o inventare, sotto contratto con la NASA, nuovi sport che gli astronauti potrebbero fare sulla Luna.
Esempi di Successo di Project Based Learning
Il PBL è anche più efficace quando i progetti, e i corsi prevedono l’integrazione di due o più materie, come l’inglese e gli studi sociali, la matematica e la fisica.
- Nella MET / Big Pictures Company network di piccole scuole superiori, osservando per esempio la High School’s New Face, la componente principale della formazione di ogni studente è rappresentata dai programmi di internship, in cui gli studenti sono coinvolti in progetti reali a cui pensare e sono assistiti da esperti minimo due volte a settimana.Uno studente, per esempio, ha lavorato in un vivaio di pesci, per conoscere il settore e sviluppare un piano di business. Altri hanno collaborato alla riparazione di auto da corsa.”Ho imparato molte cose sulle auto ed scoperto quanto la matematica sia collegata al mondo reale” ha detto lo studente Clarence Wells, che ha lavorato nella Gallant Racing Supply, nell’Okland, in California. ”Ho seguito un corso di fisica e molte cose che ho appreso le ritrovo qui. Ho scritto un articolo sull’aerodinamica, e sto imparando molto su questo argomento”.
- Gli studenti della Marin School of Arts and Technology, di Novato, in California, completano progetti tematici ed interdisciplinari. Lo scorso anno confrontato lo spartiacque dell’Indian Valley, dove si trova la loro scuola, ad altri spartiacque locali.
- Gli studenti del Christopher Tan’s Knoledge Community, di Hong Kong e Singapore ”formano comunità per risolvere problemi, creare conoscenza, esplorare idee e costruire e dare vita a nuovi progetti”. Il loro progetto 3-I (Interdisciplinare, Inter-scuola & Internazionale) era concretamente legato alla protezione ambientale delle comunità locali.
I progetti più validi mirano al bisogno di apprendere degli studenti, che nasce dal dover affrontare problemi, lavorando in team per arrivare ad una soluzione, a dei prodotti a delle presentazioni.
In ogni progetto raggiungono gli obiettivi standard fissati dal Partnership for 21st Century Skills e che sono da considerare come i risultati fondamentali di ogni programma PBL di successo.
L’Importanza Delle Valutazioni e Dei Feedback
Il progetto e il Problem-based learning non hanno gli effetti sperati senza che gli studenti ricevano feedback. Le valutazioni attuali non hanno questa funzione.
I test di valutazione danno informazioni che riguardano le scuole, non l’apprendimento individuale degli studenti, e i report sono stilati una volta l’anno, dopo che gli studenti sono passati da un professore all’altro.
Le valutazioni periodiche, nei percorsi formativi tradizionali servono principalmente a dare delle informazioni agli insegnanti.
Gli studenti non possono migliorare e non possono diventare manager del proprio percorso formativo senza costanti valutazioni in tempo reale e feedback, cose che nel PBL sono report sull’apprendimento, e non sulle scuole, sui distretti.
Le valutazione dell’apprendimento partono dall’analisi di risultati, procedono con progetti, prodotti e prestazioni che portano ad ulteriori risultati e si concludono con valutazioni e feedback agli studenti.
Rubriche o punteggi guida, ne delineano i criteri. Ma non solo un modo per gli insegnanti di valutare il lavoro degli studenti.
Nelle migliori aule di PBL, gli studenti osservano i moduli prima di iniziare a lavorare al loro progetto e per loro sono sia strumenti di autovalutazione che un modo per orientare il proprio percorso di apprendimento.
Molte scuole danno agli studenti voti per corso, individuali, e spesso non danno importanza reale ad aspetti che riguardano loro capacità e loro abilità.
Alla New Tech, al contrario, i voti indicati dai report sono divisi per:
- Contenuti,
- spirito critico,
- comunicazione scritta,
- comunicazione orale,
- alfabetizzazione tecnologica,
- ogni altro risultato ottenuto grazie all’apprendimento durante il corso
Alla New Tech il registro è online, accessibile agli studenti, ai loro genitori e professori tramite password ed è un documento vivo – aggiornato ogni volta che una nuova informazione è disponibile. Gli studenti sono sempre consapevoli di quelli che sono i loro punti di forza e i loro punti deboli, e sanno dove dover concentrare i loro sforzi per poter migliorare.
Questi feedback continui sono fondamentali per aiutare gli studenti a sapersi autoregolare.
La New Tech ha sviluppato strumenti unici per la valutare con certezza determinate competenze.
- Alla fine di ogni progetto, gli studenti valutano i membri del proprio team, compilando moduli online anonimi per la collaborazione tra pari
- I punteggi sono inseriti in un database, a cui possono accedere gli studenti, tramite password, per vederli.
- Gli studenti possono poi pubblicare tali risultati come prova nei loro archivi digitali.
- Gli insegnanti e visitatori della community possono consultare i punteggi e confrontarli con simili schede online di valutazione
Come la Tecnologia Supporta il Progect-Based Learning
In Inghilterra il governo ha aumentato gli investimenti a favore della tecnologia per le scuole, anno per anno, negli ultimi sette anni. Le scuole inglesi hanno superato quelle statunitensi, per quel che riguarda l’uso della tecnologia, e molte di esse mettono a disposizione un computer per studente, nei loro ambienti informatici.
Tuttavia se osservi una scuola inglese comune, noterai che non molto è cambiato.
Gli insegnanti continuano a spiegare, utilizzando PowerPoint e lavagne interattive, e gli studenti continuano a prendere appunti, anche se adesso lo fanno con i loro portatili.
Molte scuole in America e all’estero stanno cercando di comprendere nel dettaglio ciò che manca al sistema formativo comune. Le carenze di quest’ultimo sono dovute in particolar modo ai difetti dell’approccio curricolare tradizionale, che non riesce a coinvolgere gli studenti, in modo da renderli i principali responsabili e gestori della propria formazione.
Project e problem-based learning, al contrario, riescono a far questo con ogni singolo studente.
La tecnologia gioca un ruolo fondamentale come supporto per gli ambienti che adottano il PBL.
Dotati ognuno del proprio computer, e del proprio accesso ad Internet, per esempio, gli studenti della New Tech possono:
- Fare ricerche su qualsiasi argomento,
- comunicare con esperti e professori,
- scrivere riviste e report
- creare presentazioni con Power Point, video, e podcast, e
- sviluppare il loro portafoglio digitale, dando dimostrazione della loro padronanza, acquisita grazie al percorso scolastico.
Il PBL si anima quando le scuole vanno oltre la valutazione professore studente e forniscono una piattaforma tecnologica che serve da ambiente ideale per un apprendimento di tipo collaborativo.
Alla New Tech, questo ambiente, comprende il percorso di studi e le norme, cosi come le valutazioni, e gli strumenti di comunicazione e collaborazione.
Il sistema di insegnamento immediatamente ed in modo molto dinamico pubblica ogni progetto su Internet. E visto che tutti i progetti sono ospitati su Internet restano disponibili anche quando i docenti se ne vanno. Inoltre i docenti possono condividere i vari progetti con le varie scuole.
Sono quattordici che hanno adottato il modello di insegnamento della New Tech. Durante questo autunno il numero di scuole raddoppierà.
Come il Project-Based Learning Fa la Differenza
Il PBL ha un fattore in comune con l’educazione tradizionale – necessita di bravi insegnanti per funzionare la meglio.
È difficile creare progetti efficaci, programmare attività, stabilire i parametri di riferimento, predisporre rubriche, elaborare prodotti finali e creare eventi.
È davvero una sfida gestire una classe che adotta il PBL e orchestrare tutte le fasi del progetto.
Ma il PBL lascia l’educazione tradizionale nella polvere. Consente agli studenti di lavorare ai propri progetti, in modo da imparare in modo quasi autonomo. Non permette agli studenti solo di adeguarsi agli standard tradizionali, ma molto altro.
Gli sforzi attuali nel PBL si basano completamente su standard precisi, sono metodologicamente validi, e utilizzano ambienti tecnologici per l’apprendimento collaborativo per supportare le scuole e le classi per studenti – lavoratori.
Le nuove ricerche dimostrano quanto il PBL faccia la differenza.
Un recente studio su otto classi di studenti laureati al New Tech, rivela che l’89% frequenta un corso biennale o quadriennale in un istituzione post secondaria, il 92% ha applicato ciò che ha appreso alla New Tech durante la propria formazione post-secondaria o professionale, ed il 96% avrebbe scelto di frequentare nuovamente la scuola.
Alcuni ricercatori di Singapore, che hanno pubblicato il libro Engaging in Project Work, hanno riscontrato una validità maggiore degli studenti che hanno adottato il PBL, da quando questo è stato attuato per la prima volta a livello nazionale nel 2000.
Conclusioni
Cosa dire a tuo figlio o ai tuoi studenti?
Semplicemente questo: la globalizzazione sta appiattendo il mondo intero e sta sfidando gli Stati Uniti come non era mai accaduto prima.
Gli studenti americani e di altri paesi evoluti, devono creare valore e portare ad una nuova era di collaborazione globale come discendenti del ventunesimo secolo.
Digli anche questo: voi studenti di oggi, avete bisogno di imparare molto più che le semplici materie tradizionali.
Avete bisogno di imparare a lavorare in gruppo, a pensare in modo critico, e a comunicare.
Cerca scuole dove poter fare progetti reali, dove sono date valutazione e feedback su tutte le competenze essenziali in questo secolo, e dove per te e per i tuoi compagni sono messi a disposizione strumenti tecnologici ed aree di lavoro per arrivare al successo sia come cittadini che nel lavoratori.
wow, sono rimasto senza parole leggendo questi straordinari e innovativi obiettivi:
Imparare a collaborare, lavorando in gruppo.
Sviluppare il proprio spirito critico, affrontando problemi complessi.
Imparare a comunicare verbalmente, facendo presentazioni.
Imparare a comunicare per iscritto, scrivendo.
Prendere confidenza con la tecnologia, utilizzandone gli strumenti.
Sviluppare la responsabilità civica, affrontando problemi locali o globali.
Apprendere una professione, attraverso internship.
Imparare nuovi nozioni, attraverso ricerche e facendo tutto ciò sopra descritto.
Collaborare, acquisire spirito critico, comunicare verbalmente e scrivendo, utilizzare la tecnologia, acquisire senso di responsabilità, fare esperienza in azienda, imparare nuove nozioni (quali? come?).
Volete scherzare? questa sarebbe la vostra innovazione, magari a pagamento?
Questi obiettivi sono nei nostri piani di lavoro da anni!
emanuele costamagna docente di filosofia e storia
Interessante proposta, ma allocata in un mondo-scuola differente da quello adottato in Italia: il mondo anglosassone, inglese e americano. L’organizzazione del tempo scuola e il rapporto con i docenti è molto differente dal nostro. Altresì, le indicazioni suggerite sono in linea con quanto già scrive e dice Sir Ken Robinson: bisogna trovare una quadra, però, affinché tali informazioni si possano utilizzare al meglio. Cioè, bisogna iniziare a mettere in discussione il paradigma su cui si fonda la scuola italiana che è fossilizzato all’Unità d’Italia e, in parte, alla scuola del regime fascista: si va a scuola per poi trovare un lavoro. Il lavoro fuori dalla scuola non c’è più, per cui non funziona il modello di partenza e va riscritto il motivo per cui si va a scuola. Posto che ci si sia dati una risposta significativa (dopo la scuola faccio il viaggiatore a sbafo, oppure sviluppo un’idea e la applico in una startup, o altro) si può prendere spunto dal PBL per riorganizzare il proprio lavoro nelle aule e con le proprie classi, anche se non sarà ben accolto dal consiglio di classe o dal dirigente con cui si opera. Un passo per volta e qualcosa può cambiare, per questo non amo le riforme risolutive che, invece, non cambiano nulla di significativo.
Un’analisi molto approfondita ed attuale. Complimenti!
E’ fuor di dubbio che nella scuola italiana, all’interno delle nostre programmazioni, utilizziamo le stesse parole che abbiamo ritrovato nell’articolo. A riprova di come conosciamo bene “il didattichese”.
La differenza sta nel sistema. Prendiamo “Imparare a comunicare verbalmente, facendo presentazioni”. Ora, facciamoci una domanda, magari anche due:
-dove vengono esercitate le abilità di comunicazione verbale? Alla cattedra? Di fronte al professore? Di fronte alla classe? Durante l’assemblea degli studenti? Durante un incontro pubblico con un autore?
-di quali presentazioni parliamo? Multimediali? Quanti studenti italiani usano Prezi per le presentazioni?
……
Avevo detto due…ma le domande sono davvero tante, e su un terreno semplice semplice come quello della “comunicazione”. Dimenticavo! Quello è appannaggio del docente di Lettere nella scuola italiana. Gli altri insegnano discipline che nulla avrebbero a che fare con la comunicazione.
La differenza sta nel sistema, nella complessità e nei tempi lunghi. E nella nostra scuola non si fa “rete” tra le discipline, si omogeneizzano gli esercizi e si interroga su porzioni piccolissime di “programma” ogni giorno.
Aggiungo al commento di Paola Lisimberti…
Così facendo perdiamo la capacità di ragionare sistemicamente.
Da studente universitario, ho sostenuto l’esame di Teoria dei Sistemi,
Ecco, l’approccio matematico del feedback, della retroazione, della stabilità, della qualità del regime transitorio, etc…ha delle ricadute importanti nei settori più disparati. Quante volte sentiamo dire “bisogna fare sistema”? Quante volte si denuncia l’incapacità di “fare sistema”? Quante volte si da la colpa, con accezione negativa, al “sistema”?
Il “sistema” è visto come una entità quasi metafisica, irraggiungibile o, peggio, impositiva.
Ed allora, cos’è questo se non il risultato di una compartimentazione stagna e parcellizzata del sapere?
La progettualità invece costringe ad avere una visuale sistemica.
Oggi un alunno è venuto da me e mi ha detto: prof, ho un’idea da sviluppare con Arduino. Me l’ha esposta e mi ha chiesto: si può fare?
Io gli ho detto: non lo so. Comincia con l’analizzare il problema partendo dall’obiettivo e risali nell’albero delle decisioni.
Chi è l’autore? Grazie
Bob Pearlman, maggiori informazioni qui: http://www.bobpearlman.org/
Io ho “scoperto” questo metodo in Spagna durante un mio soggiorno Erasmus Traineeship (ovvero solo tirocinio). Ero dentro una classe di bambini di 5 anni, Scuola dell’Infanzia, quindi. L’insegnante è 16 anni che lavora con questo metodo, è straordinaria. Io non penso proprio che le nostre insegnanti facciano (anche se gli stessi obiettivi sono da anni a capo delle programmazioni delle nostre scuole) quello che ho visto fare a quell’insegnante, ma anche ad altre. Ma se uno non vede in azione come si lavora, si possono tirare fuori anche mille teorie, vi assicuro che non è minimamente la stessa cosa.