In una recente intervista a La Gazzetta del Mezzogiorno, lo psichiatra e psicologo Paolo Crepet ha introdotto il concetto di “figliarcato”, sfidando il tradizionale patriarcato e sottolineando l’importanza delle influenze dei giovani nella nostra epoca.
Quando gli è stato chiesto della felicità e di come raggiungerla, Crepet ha respinto l’idea di una ricetta unica. Ha sottolineato l’importanza di fare scelte consapevoli e di accettare le conseguenze, promuovendo una riflessione sulla responsabilità individuale e sulle dinamiche generazionali.
Affrontando l’impatto a lungo termine di eventi tragici come il caso di Giulia Cecchettin, Crepet ha riconosciuto l’importanza della reazione emotiva immediata, ma ha anche evidenziato la sfida di mantenere un impegno costante verso il cambiamento sociale.
Nel discutere della sovraesposizione mediatica, Crepet ha difeso il diritto di esprimere il dolore in pubblico, sottolineando il rispetto e la dignità nell’affrontare la perdita. Allo stesso tempo, ha evidenziato il rischio di isolamento emotivo dopo l’esposizione mediatica.
Concentrandosi sul crescente fenomeno di violenza tra i giovani, Crepet ha interrogato le cause culturali e sociali di questo trend inquietante. La sua analisi del “figliarcato” suggerisce una mancanza di figure paterne e una cultura eccessivamente centrata sui giovani.
Infine, Crepet ha criticato la nozione di educazione sentimentale nelle scuole, sostenendo che dovrebbe essere parte integrante dell’istruzione, non un’aggiunta. Questa prospettiva solleva importanti domande sul sistema educativo attuale e sul suo ruolo nella formazione emotiva e sociale dei giovani.