Bill Gates, ora libero dal ruolo di capitano d’industria, condivide regolarmente le sue prospettive sul futuro tecnologico, concentrandosi soprattutto sull’intelligenza artificiale (IA) con idee talvolta contrastanti.
Da un lato, prevede che l’IA possa minacciare giganti come Google e Amazon, considerando una “superintelligenza indipendente” come una seria minaccia per l’umanità. Dall’altro, critica chi esagera parlando di catastrofi, dicendo che i rischi legati all’IA sono reali, ma gestibili.
Nonostante le contraddizioni, la posizione principale di Gates sembra essere bilanciata. Riconosce l’IA come uno strumento potente, evidenziando sia i benefici che i rischi. Nel suo ultimo intervento nel podcast “What Now?” di Trevor Noah, Gates non affronta direttamente l’impatto occupazionale dell’IA, ma immagina un futuro in cui la settimana lavorativa potrebbe essere ridotta a soli tre giorni.
Gates visualizza un mondo in cui le macchine potrebbero prendersi cura della produzione di cibo e beni, riducendo così la necessità di una settimana lavorativa tradizionale. Questa visione positiva è accompagnata dalla consapevolezza dei rischi derivanti da un uso improprio dell’IA. Paragonando l’impatto dell’IA a quello della rivoluzione industriale e all’introduzione del PC, Gates riconosce come queste tecnologie abbiano cambiato, ma non eliminato, alcune professioni. Nel suo blog di luglio, sottolinea la necessità per datori di lavoro e dipendenti di adattarsi a queste trasformazioni.
