Prof Sgrida 16enne, Lui Telefona al Padre che Irrompe a Scuola e Sferra una Violenta Testata al Docente

Ancora un episodio di violenza a scuola ha fatto notizia. Questa volta è successo in una scuola in Sardegna, dove un genitore ha aggredito un insegnante di matematica di 56 anni. Questo insegnante aveva rimproverato un ragazzo di 16 anni per il suo comportamento scorretto in classe.

Durante una lezione, il professore aveva richiamato l’attenzione del ragazzo perché stava parlando troppo. Era una semplice correzione per cercare di ripristinare l’ordine in classe, ma purtroppo le cose sono degenerate. Il giovane non ha accettato il rimprovero e ha risposto in modo maleducato, insultando l’insegnante prima di uscire arrabbiato dalla stanza.

Non è passato molto tempo prima che il ragazzo chiamasse suo padre. Il padre, arrabbiato, è entrato nella scuola e ha colpito violentemente il professore con una testata al volto nei corridoi. Questo ha causato una situazione di caos, che è peggiorata rapidamente fino all’arrivo dei carabinieri e del servizio d’emergenza 118.

Sia il padre che l’insegnante coinvolti sono stati portati in ospedale per ricevere cure mediche. Le autorità stanno valutando se denunciare l’aggressore per lesioni, violenza e resistenza a un pubblico ufficiale.

È importante ricordare che gli insegnanti sono considerati pubblici ufficiali, e quindi insultarli o aggredirli è un reato. Le cronache giornalistiche purtroppo riportano numerosi casi in cui genitori o studenti attaccano il personale scolastico. La legge italiana definisce un pubblico ufficiale come una persona che svolge una funzione pubblica, e questa definizione si applica agli insegnanti quando sono in servizio nelle scuole. Questi insegnanti hanno poteri decisionali e di certificazione in ambito scolastico.

La Corte di Cassazione ha confermato questa qualifica di pubblico ufficiale per gli insegnanti, estendendola non solo alle lezioni ma anche a tutte le attività connesse, compresi gli incontri con i genitori degli studenti.

La legge italiana prevede pene più severe per chi oltraggia un pubblico ufficiale in presenza di almeno due persone. Questo tipo di offesa può colpire la reputazione personale o la posizione sociale del pubblico ufficiale, e serve a proteggere non solo l’individuo ma anche l’intera amministrazione pubblica e lo Stato.

Recentemente, la Camera ha approvato una proposta di legge che renderebbe le pene più severe per i genitori che aggrediscono gli insegnanti o per gli studenti dai 14 anni in su. Attualmente, la pena massima per un’aggressione è di cinque anni, e di tre anni per le offese, ma questa legge aumenterebbe queste pene fino alla metà se coinvolge il personale scolastico, inclusi insegnanti, dirigenti scolastici e personale Ata.

In generale, i reati violenti o minacce sarebbero considerati più gravi se rivolti al personale scolastico, anche se il colpevole è uno studente minorenne di almeno 14 anni.

Un evento traumatico ha sconvolto non solo la comunità, ma soprattutto il docente coinvolto, costretto a ricorrere alle cure ospedaliere del pronto soccorso presso l’ospedale di San Gavino Monreale, dove i medici hanno diagnosticato una prognosi di 15 giorni. Questo episodio ha lasciato un segno indelebile, manifestandosi non solo attraverso il dolore fisico, ma ancor più profondamente nell’intimo del docente. In una dichiarazione rilasciata all’Unione Sarda, il professore ha espresso il suo tormento, affermando: “Il dolore fisico è evidente, la prognosi di due settimane ne è la prova tangibile. Ma è insignificante rispetto a ciò che provo dentro di me per questa brutta vicenda.” Ha annunciato l’intenzione di presentare una denuncia contro il genitore dell’alunno responsabile delle lesioni.

Il docente ha condiviso la sua condizione di sofferenza psicologica anche con Castedduonline, sottolineando la necessità che chi governa l’istruzione svolga il proprio ruolo di tutela delle scuole, senza delegare le responsabilità unicamente a leggi e disposizioni. Pur vivendo un momento difficile, il docente ha assicurato la sua determinazione nel perseguire la giustizia riguardo all’atto di violenza subito. Ha ribadito il suo impegno nei confronti dell’educazione dei suoi alunni, dichiarando: “Credo nel valore educativo della scuola, e questa situazione non avrebbe dovuto verificarsi.”

Concludendo, il docente ha affermato che tornerà a insegnare non appena sarà guarito, poiché non può permettere che la parte sbagliata del mondo prevalga.

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