“Ci Sono Troppi Stranieri in Questa Scuola”: Genitori Infastiditi Cambiano Scuola ai Figli. Il Preside: “Nessuno È Straniero per Me”

Un spiacevole evento è avvenuto recentemente in una scuola primaria a Bari, dove alcuni genitori hanno richiesto il trasferimento dei loro figli per evitare che condividessero la classe con alunni stranieri.

L’incidente coinvolgeva quattro genitori che, a causa delle differenze culturali, non volevano che i loro figli fossero compagni di banco di alunni di diversa origine etnica. Queste famiglie, che provenivano da ambienti di bassa scolarizzazione, avevano manifestato il loro disagio fin dal primo giorno di scuola, nonostante il fatto che la scuola si trovi in uno dei quartieri più multietnici di Bari.

Il preside dell’istituto ha respinto con decisione queste richieste, sottolineando che la scuola è un luogo dedicato all’accoglienza e all’integrazione. Ha enfatizzato che le differenze culturali ed etniche sono da considerare come una ricchezza e non un ostacolo, e ha ribadito che la scuola non può fare concessioni su valori fondamentali come l’uguaglianza e l’accettazione.

Il preside, a La Repubblica, ha evidenziato l’importanza dell’educazione pedagogica, sottolineando che la scuola dovrebbe essere vista come un rifugio sicuro per tutti. Anche se la scuola non ha attuato progetti di integrazione specifici, essa promuove un approccio inclusivo, mettendo in rilievo quanto sia importante considerare ogni individuo come un essere umano, indipendentemente dalle differenze: “Sette alunni su venti sono stranieri, ma per noi, sono semplicemente alunni. Non ci interessa l’aspetto esterno. Nessuno è straniero per me.”

Il preside ha aggiunto in un’intervista: “I genitori hanno fatto un appuntamento con me e hanno esposto il loro disagio riguardo alla presenza di alunni stranieri in classe. Ho risposto che, da parte mia, non c’erano differenze. La nostra educazione è basata sulla valorizzazione della persona umana, indipendentemente dall’apparenza. Guardiamo all’umanità nel suo insieme, senza discriminazioni. Se un genitore vede le differenze come un problema, non posso cambiarne la percezione. La scuola non condivide queste opinioni, non accetta arroganze culturali o sociali. Per me, ci sono molte barriere da superare, compresa la mia, positiva. Non faccio sconti, i valori della scuola non sono negoziabili.”

Nonostante Bari stia lavorando verso un modello di integrazione e accettazione, questo episodio dimostra che c’è ancora molto lavoro da fare.

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