Vecchioni: “L’Insegnante Non Deve Essere Amico dei Ragazzi. Un Insegnante Ha un Ruolo, Ha Un’Autorità, Deve Dare Certezze”

“I ragazzi vengono assegnati a compiti agricoli per imparare la lezione. Penso che sia una punizione adeguata. La punizione dovrebbe servire a educare. Ci vuole disciplina, ma con uno scopo positivo.”

Queste sono le parole del cantautore Roberto Vecchioni durante la sua recente apparizione su La 7 nel programma “In altre Parole“, condotto dal giornalista Massimo Gramellini.

La riflessione di Vecchioni sulla punizione è stata ispirata da un’iniziativa di una scuola a Bologna. Questa scuola ha introdotto un sistema di sanzioni disciplinari alternative, in cui chi commette errori deve prendersi cura dell’orto della scuola e dedicarsi all’agricoltura. Secondo Vecchioni, questa forma di punizione è davvero unica.

“Le punizioni a scuola sono sempre state parte della storia,” spiega Vecchioni. “Persino nell’antico Egitto, c’era un metodo insolito che consisteva nell’isolare gli studenti sbagliati nel tempio finché non imparavano dalla loro esperienza.”

“Anche nell’antica Grecia,” continua Vecchioni, “l’istruzione era riservata principalmente ai giovani nobili, quindi avevano l’obbligo di apprendere tutto. Tuttavia, vi era un supervisore incaricato di mantenere la disciplina tra gli studenti.”

“Ad esempio,” aggiunge, “a Sparta i bambini venivano separati dai loro genitori a soli 6 anni e sottoposti a dure lezioni per prepararli alla vita.”

“Credo che le punizioni non debbano mai includere il castigo fisico,” osserva il cantautore milanese. “Non dovremmo mai umiliare i ragazzi o trattarli con disprezzo. Tuttavia, gli insegnanti non dovrebbero cercare di essere amici dei ragazzi. Hanno un ruolo importante, un’autorità da mantenere e devono offrire stabilità e coerenza nella loro guida educativa.”

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