Ieri con mio figlio, che frequenta la seconda media, abbiamo discusso sul significato di essere “educati”.
Lui lamentava il fatto che molti insegnanti desiderassero solo ragazzi rassegnati e poco vivaci. Ho chiesto cosa intendesse e la risposta è stata che noi adulti vogliamo solo che loro obbediscano e che diano pochi problemi.
Essendo lui un magnifico esempio di quieto vivere ho immediatamente compreso la verità di ciò che mi diceva. Non ne era toccato personalmente ma fotografava la realtà per evitare grane. Tutti i ragazzi pensano che se mettessero in discussione il comportamento di un adulto non sarebbero accettati oppure se difendessero un compagno da un un’ingiustizia, secondo loro, subìta a scuola da un “Prof” diventerebbero subito fonte di problemi, cioè ragazzi maleducati.
– Quelli zitti – mi ha detto mio figlio – sono i ragazzi educati, secondo VOI, includendomi nella categoria degli insegnanti. Ma nella vita mamma sei sicura che io debba essere così? Sarei educato se fossi nella vita in questo modo? Un adulto educato mamma non è quello che si batte anche per la giustizia? –
Allora ci ho pensato, mi sono chiesta cosa volessi per mio figlio e per i miei alunni: voglio persone critiche e non rassegnate, ma educate.
L’educazione è una cosa difficile da definire. Un famoso astronomo, Tyco Brahe, muore per educazione, non fa pipì ad un party e gli scoppia la vescica. Piero Ciampi, ribelle cantautore livornese, prende a cazzotti una persona che stava dicendo cose inaccettabili e dice di averlo fatto “per educazione”.
Capisco entrambi e chi fa il mio lavoro sa che entrambi sono esempi estremi di ciò che vorremmo che diventassero i nostri ragazzi. Educati: attenti a non ferire gli altri, attenti a trovare il comportamento giusto nei diversi contesti, ma anche e soprattutto attenti a non subire le ingiustizie senza reagire. Mai subire senza reagire! Non arrivate alla violenza o all’offesa gratuita cari ragazzi, ma abbiate il coraggio di essere educati! È la via migliore per crescere e noi saremo sempre pronti ad accogliervi anche se a voi non sembra.
Parola di insegnante!