Solo ad una Categoria di Alunni È Adatto il Tempo Pieno: Quelli Bravi. Per il Resto È un Dramma, una Barriera per L’Apprendimento

L’articolo, pubblicato su Orizzonte Scuola, inizia con una dichiarazione audace: “Il tempo pieno? È adatto solo a una categoria di alunni: i bravi“. Questa incisiva affermazione emerge dalla voce della maestra Silvia Contangelo, insegnante presso la scuola primaria dell’Istituto Comprensivo di via della Tecnica a Pomezia, e rappresenta il punto centrale di una discussione approfondita sulla struttura attuale del tempo scolastico.

La maestra Contangelo condivide la sua esperienza lavorativa e personale, delineando chiaramente le sfide che il tempo pieno può presentare ai bambini. Ha trascorso ben quindici anni nel contesto del tempo pieno e, nonostante sia stata costretta a sceglierlo per i suoi figli, nutre ancora rimpianto per questa decisione.

Da ormai otto anni, la maestra Contangelo è un’insegnante unica, una posizione che le ha permesso di confrontare direttamente il tempo pieno con il tempo antimeridiano, caratterizzato da un carico orario ridotto a 30 ore settimanali. Questo confronto è stato fondamentale per le sue opinioni, maturate in un arco temporale di 32 anni di servizio, durante i quali ha avuto l’opportunità di sperimentare varie modalità orarie, tra cui moduli verticali, orizzontali, antimeridiano, antimeridiano con rientro, tempo pieno e tempo pieno modulare.

Secondo la maestra Contangelo, il tempo pieno è adatto solo ai bambini eccezionalmente dotati, in grado di gestire un carico di lavoro intenso. Per gli altri, specialmente quelli con difficoltà o disabilità, può rappresentare una barriera all’apprendimento.

Un elemento critico che la maestra Contangelo evidenzia è l’eliminazione delle compresenze, un elemento chiave che consentiva di suddividere la classe in gruppi di livello, favorendo il recupero, il consolidamento e il potenziamento delle abilità individuali. La sua esperienza mostra chiaramente che questa componente era cruciale per il successo del tempo pieno.

Nell’intervista di Orizzonte Scuola, la Maestra Silvia Contangelo ha condiviso le sue profonde preoccupazioni riguardo alla scuola primaria a tempo pieno. Con oltre 13 anni di esperienza in questo campo, ha sottolineato alcuni problemi chiave.

Ha spiegato che spesso le classi sono sovraffollate e frequentate da bambini provenienti da famiglie con difficoltà, il che crea sfide significative per gli insegnanti. Molte famiglie sembrano affidare alla scuola il compito di fornire un’educazione completa ai loro figli, un peso che spesso si riversa sui bambini durante le lunghe giornate di scuola a tempo pieno.

Un punto critico sollevato dalla maestra Contangelo è stato il mancato consolidamento delle conoscenze. Afferma che dopo otto ore di lezioni, i bambini non dovrebbero essere gravati da compiti a casa, ma questo porta al fatto che non hanno l’opportunità di consolidare le informazioni apprese in classe. Ciò ha un impatto negativo sul loro apprendimento, in particolare per quanto riguarda le abilità di base come l’ortografia e la matematica.

La maestra ha anche messo in luce l’importanza della formazione degli insegnanti, sottolineando che spesso manca una comprensione adeguata dei tempi di apprendimento dei bambini. Ha suggerito che i nuovi insegnanti dovrebbero essere formati da insegnanti esperti e che i programmi scolastici dovrebbero essere semplificati per rendere l’apprendimento più efficace.

Infine, la Maestra Contangelo ha proposto un modello alternativo in cui le lezioni terminano alle 13 e il pomeriggio è dedicato allo studio autonomo assistito, con l’insegnante presente per consolidare ciò che è stato appreso al mattino. Ha sottolineato che questo modello potrebbe aiutare i bambini a sviluppare una comprensione più solida delle materie di base. In definitiva, ha sottolineato la necessità di semplificare i programmi e concentrarsi sull’essenziale per migliorare l’efficacia dell’istruzione primaria.

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