Maestra Rinuncia al Ruolo Dopo 17 Anni di Precariato Perché Viene Chiamata da una Scuola a Oltre 100 Km: “Non Posso Lasciare La Mia Famiglia”

Dopo 17 anni di attesa, una maestra finalmente ottiene un posto fisso, ma con una condizione difficile: lavorare a oltre 100 km di distanza dalla sua famiglia. Questa è la storia di una lettrice di Orizzonte Scuola, che ha deciso di condividere la sua esperienza, sia per sfogarsi che per mettere in luce le sfide che molti insegnanti affrontano.

“Quando mi sono laureata in Scienze della Formazione Primaria nel lontano 2005, i sindacalisti mi avevano suggerito di mettermi in graduatoria (GAE) sotto la provincia di Venezia, anche se vivevo a Padova. Mi avevano detto che a Padova sarei entrata di ruolo solo quando fossi stata prossima alla pensione, visto il numero limitato di posti disponibili. Nonostante sapessi che la provincia di Venezia era molto vasta, ho sperato in una buona dose di fortuna”, racconta la lettrice.

“Vivo a Padova con mio marito e ho un figlio di 12 anni. A luglio mi hanno assegnato un posto a Portogruaro, a 107 km da casa. Come potrei lasciare la mia famiglia per tre anni, soprattutto con un ragazzo in piena preadolescenza? Viaggiare avanti e indietro sull’autostrada sarebbe un onere finanziario insostenibile”, afferma l’insegnante.

La maestra critica il processo attuale di assegnazione delle sedi: “Mi domando, che tipo di sistema è questo famoso algoritmo? Sembra quasi casuale. È vero che ho scelto la provincia di Venezia, ma ci sono scuole a soli 30 km da Padova. Perché dovrei essere esclusa definitivamente dopo aver svolto sempre lo stesso lavoro di maestra, dopo aver atteso per ben 17 anni?”

La donna si pone diverse domande: “Perché continuare a organizzare concorsi quando ci sono ancora insegnanti dell’infanzia, vincitori del concorso del 2018, in attesa di un posto fisso? Perché, anziché affidarsi completamente a un algoritmo, non si potrebbe esaminare la lista delle GAE e cercare tra le altre 100 (non so quante siano in graduatoria) se c’è qualcuno che vive vicino a Portogruaro disposto a prendere il mio posto assegnato? Invece di cancellarmi definitivamente, perché non farmi prendere il suo posto nella sua posizione?”

“Personalmente, sarei disposta ad aspettare ancora qualche anno per un posto vicino a casa, perché so che prima o poi arriverà. Inoltre, questa soluzione risolverebbe il problema dei continui spostamenti e della scarsa continuità per i bambini e i ragazzi (il vincolo triennale non serve a molto)”, afferma la maestra.

“È naturale che chi ha la famiglia lontana cerchi di riunirsi con essa al più presto possibile, e questo può portare a frustrazione e mancanza di motivazione personale. La lontananza dalla famiglia rende le persone infelici, e purtroppo questa insoddisfazione può riflettersi negli studenti”, riflette l’insegnante, che ha deciso di rinunciare al posto fisso concludendo con un pensiero: “Tutto questo per guadagnare circa 1300 euro al mese, uno stipendio dignitoso ma decisamente inadeguato al ruolo che svolgiamo“.

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