Lo psicopedagogista Stefano Rossi parla di dad e didattica frontale durante la diretta del 4 maggio su Orizzonte Scuola Tv.
“Una cosa che la Dad ci ha mostrato è che per larghi aspetti bambini e ragazzi sanno accedere a questi strumenti digitali. Già prima lo sapevamo ma adesso lo abbiamo confermato” dichiara.
“Ci sono bambini che purtroppo giocano su Fortnite facendo cooperative learning, senza saperlo. Si collegano uno sta a Zurigo, uno in Giappone e uno a Macerata. Cooperiamo in maniera costruttiva” prosegue.
“Assegniamo dei compiti creativi da svolgere in coppia, degli approfondimenti, che si possono fare anche a distanza. Se c’è un punto debole della didattica frontale è la quantità di nozioni. Tu ascolti ma non stai coltivando il pensiero critico. La didattica cooperativa è diversa, perché c’è una didattica immersiva. Lavorando in coppia si imparano molte cose a livello sociale” spiega.
“La Dad ha un po’ svelato quelli che sono i fondamenti essenziali per una buona lezione. Il fondamento più importante è l’empatia, come legame. Se tra me e gli studenti che ho in classe, c’è un legame d’amore, in senso pedagogico, un legame di fiducia, se mi riconoscono come un porto sicuro è lì che ti accendono la telecamera. Se invece consideriamo i nostri bambini e ragazzi come delle teste da riempire è chiaro che tutto è diverso” aggiunge.
“Il grande insegnamento che dolorosamente ha dato la Dad a tutti, è che insegnare è un compito d’amore e che il legame d’amore fonda e precede l’insegnamento. Puoi essere il migliore insegnante del pianeta ma se non hai creato un legame d’amore con i ragazzi, loro spengono la telecamera. Quindi, il lavoro di insegnante non è per tutti. Questo lo dobbiamo poi trasportare in classe” conclude.