Pino Turi, Segretario generale UIL Scuola, si lancia all’attacco contro l’approvazione della riforma del reclutamento docenti.
“La riforma del reclutamento dei docenti è una controriforma perché si allontana dai valori e dai principi costituzionali” dichiara in un’intervista a Radio Cusano Campus.
“Il modello scuola è amato da cittadini e studenti, perché cambiarlo? Se il decreto fosse approvato ne verrebbe fuori una scuola autoritaria. Ci porterebbe indietro di cent’anni” aggiunge.
“Con questo provvedimento per arrivare all’immissione in ruolo a tempo indeterminato, un docente dovrà superare otto step e non solo, dopo la stabilizzazione, verrebbe richiesta ulteriore formazione. Un quadro inaccettabile” prosegue.
“Una scuola di alta formazione può andare bene per tecnici e burocrati ma non per la funzione docente che deve essere libera e scevra da ogni condizionamento. Siamo di fronte a qualcosa di inaudito, errata nella visione” commenta.
Parla poi di precariato: “In questi quattro anni sono aumentati da 200 mila a 300 mila. Questa legge non fa altro che certificare gli errori commessi da questo Governo“.
“Mi rivolgo alla politica, se c’è batta un colpo. Piero Calamandrei diceva che la scuola è un’istituzione costituzionale. Ebbene, oggi quell’istituzione costituzionale è a rischio e spetta anche al mondo politico difenderla contro chi vuole trasformarla in una azienda burocratica” conclude.