Rossano Sasso, sottosegretario all’Istruzione, si esprime in merito alla richiesta dall’Anp Lazio, che suggerisce di regolare le chat tra docenti, studenti e famiglie.
Sasso scrive su Facebook: “Nè i docenti nè i dirigenti scolastici sono obbligati a comunicare con le famiglie via whatsapp. Come in tutte le cose serve buonsenso, quel buonsenso che ad esempio manca a quei genitori che contestano via whatsapp il cattivo voto preso dal figlio e compiono ingerenze nell’attività didattica a tutte le ore del giorno“.
“L’interlocuzione tra insegnanti e genitori deve avvenire attraverso i canali preposti, innanzitutto in occasione dei colloqui in orario di ricevimento. L’uso improprio delle chat può dare luogo a ingerenze e commenti inopportuni, con un inevitabile svilimento dell’autorevolezza della figura dell’educatore” continua.
“Comunicazioni che richiedono particolare urgenza possono avvenire per via informale, ma devono costituire l’eccezione e non la regola. Sta però innanzitutto ai docenti stabilire con le famiglie regole chiare e di buon senso, che tengano i ruoli di ciascuna componente distinti e separati. I primi a trarne giovamento saranno i nostri ragazzi, che devono vivere la scuola in un clima di fiducia e serenità” aggiunge.
“Altro discorso è invece la condotta che un dipendente pubblico deve tenere, specie se insegnante, non solo nella vita reale ma anche sui social. Un docente non deve mai dimenticare di essere tale anche al di fuori dell’orario di servizio e resta un punto di riferimento per i propri studenti, quindi non può eccedere in pensieri e in condotte lesive dell’immagine delle Istituzioni che rappresenta. Esistono regole chiare in tal senso sia nel codice di comportamento che nel codice disciplinare” conclude.