Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola, si lancia all’attacco contro l’uso delle risorse per il rinnovo del contratto per i lavoratori sospesi.
“Inaccettabile che risorse già insufficienti per il rinnovo del contratto sono assottigliate da politiche di emergenza, senza programmazione. Ora si vorrebbero utilizzare per il personale sospeso. Domani chissà quale altra emergenza sarà a carico della scuola” dichiara.
“Dovevano servire per la dedizione, misura poi derubricata dopo le forti proteste sindacali e del personale della scuola, e trasformata in risorse destinate al rinnovo contrattuale; ora quei 14 milioni di euro faticosamente recuperati nei capitoli della Legge di Bilancio per il rinnovo del contratto scuola prendono altre strade. Nelle emergenze i fondi da cui attingere sono sempre quelli della scuola?” si chiede.
“Sono le risorse che servono per rinnovare il contratto scuola e il Governo le utilizza per finanziare la norma che consente il reinserimento in servizio dei lavoratori sospesi nel loro stipendio perché non in regola con le vaccinazioni” aggiunge.
“Inaccettabile che si continui con questa politica finanziaria si dà con la mano destra e si riprende con quella sinistra, con la conseguenza che le risorse già insufficienti per il rinnovo del contratto sono assottigliate da politiche di emergenza, senza programmazione.
È così che la mancanza di politiche di governo coerenti creano un danno che pagano i lavoratori” continua.
Poi: “L’allarme professionale aumenta e rivendichiamo la chiusura del contratto di lavoro del triennio precedente, scaduto abbondantemente. La nostra proposta è chiara: riconoscere la parte economica che equivale al 5% delle retribuzioni per ri-costituire il potere di acquisto e contemporaneamente aprire il rinnovo per il contratto del prossimo triennio per la parte normativa che va adeguatamente finanziata“.
“Nessuna possibilità di scambio si scorge con le risorse attuali che sono sotto l’inflazione è nessuno ci può chiedere di firmare un contatto a perdere. Si faccia presto anche perché abbiamo toccato con mano che il rischio che le risorse prendano altre vie, non è peregrino” conclude.