Il prolungamento del calendario scolastico al 30 giugno non sta bene ai docenti della primaria. Il Coordinamento Nazionale Scienze della Formazione Primaria Nuovo Ordinamento pubblica un comunicato in merito alla situazione.
“Il Governo può spiegare all’opinione pubblica quale “tempo perso” dovrebbero recuperare i bambini e gli insegnanti della scuola primaria, che è sempre stata aperta e con le lezioni in presenza da settembre 2020? La scuola non è un centro estivo, non è un parcheggio e gli insegnanti non sono dei baby sitter!” si legge.
“Durante quest’anno scolastico, noi maestri siamo andati sempre a scuola, siamo entrati in aule piccole e in sovrannumero, senza ricevere alcun indennità al rischio, anzi, se malati o positivi, non abbiamo potuto, e non possiamo tuttora, dimostrare di essere stati contagiati a scuola“.
“Nell’inadeguatezza dei protocolli, tra staticità e dinamicità, mascherina sì e mascherina no per i bambini, scambio di materiale sì, scambio di materiale no, siamo stati “la sperimentazione animale” della curva pandemica e abbiamo continuato a star zitti anche sentendo e leggendo la nenia delle “scuole sicure”, con colleghi positivi, malati e in terapia intensiva“.
“Consapevoli dell’età di riferimento e del lockdown precedente, abbiamo lavorato il doppio per rafforzare e consolidare competenze e obiettivi di apprendimento e per stare perfettamente in pari, in termini di programmazione e progettazione, con quello corrente” specifica il comunicato.
“Ora dovremmo recuperare le lezioni fino al 30 giugno? Noi docenti ci stiamo già fino al 30 giugno a scuola per programmare l’anno scolastico successivo. Com’è possibile pensare di fare didattica e lezioni frontali a 20/25 bambini, seduti per 8 ore su una sedia, con 40 gradi all’ombra?“.
“L’azione mediatica discriminatoria verso i docenti è iniziata da tempo, ma è diventata insostenibile, specie nei confronti dei maestri, laureati proprio come i professori delle scuole secondarie, ma senza la loro stessa dignità, gli stessi diritti e doveri, monte ore e remunerazione. Questa volta non staremo zitti, ma siamo pronti a scioperare e manifestare. ADESSO BASTA!” termina.
E sarebbe anche ora! Partecipiamo ad ogni sciopero che abbia come motivazioni queste cose. E’ ora di finirla!