Agostino Miozzo, coordinatore del Cts, interviene all’agenzia DIRE per parlare di Covid-19 e sicurezza a scuola.
“Ormai a tutti noto che la maggior parte dei problemi della scuola, che ne hanno impedito la riapertura da parte di molte Regioni, non derivano dall’ambiente scolastico e dall’aggregazione studentesca all’interno delle strutture, anche perché l’Italia è tra i pochi paesi che hanno imposto rigorose misure di riduzione del rischio all’interno degli edifici scolastici, come l’uso delle mascherine, il distanziamento all’interno delle aule, l’igiene delle mani” afferma.
“È per contro arcinoto che i maggiori rischi di contagio sono esterni alla scuola, nelle attività extra-scolastiche, nei trasporti. I tavoli organizzati in modo impeccabile dalle prefetture hanno fatto emergere indicazioni atte a correggere le criticità evidenti: alcune Regioni hanno affittato centinaia di pullman per ridurre l’affollamento sui mezzi pubblici oltre ad aver scaglionato gli ingressi e le uscite da scuola” continua.
“Sin dal mese di aprile, durante il primo lockdown, in sede di Cts abbiamo affrontato tutti i temi relativi al rientro in sicurezza degli studenti a scuola, lavorando sui trasporti, sulle questioni relative agli spazi e al distanziamento, sui temi di controllo sanitario. In tanti mesi è stato fatto molto ma, forse, non abbastanza. E oggi noi tutti ci preoccupiamo dei nostri ragazzi che soprattutto nelle scuole superiori in quasi un anno hanno fatto non più di tre settimane di scuola in presenza” aggiunge.
Miozzo conclude: “La scuola che questi ragazzi non stanno seguendo peserà drammaticamente sullo sviluppo delle future generazioni e per quanti antepongono le priorità del mercato e dell’economia ai problemi della scuola. Dovrebbe esser chiaro che questo disastro peserà anche e soprattutto sull’economia del nostro Paese, in pochi credo se ne rendano conto”.