Il direttore della Fondazione Agnelli, Andrea Gavosto, esprime il suo parere sulla situazione della scuola italiana e sulle incertezze causate dalla pandemia.
Sulla data di riapertura commenta: “Due giorni in più non fanno alcuna differenza, soprattutto se si vuole misurare l’effetto delle vacanze natalizie sulla curva dei contagi. In compenso, i continui cambi di direzione del governo e le decisioni in anarchia delle Regioni inducono l’opinione pubblica a due soli pensieri: il processo è fuori controllo e la scuola non è così importante, di sicuro meno dell’economia, del commercio, dello sci“.
“Che cosa succederà ora? Difficile a dirsi. Come già in passato, il breve rinvio può preludere ad altri, più o meno lunghi, in cui gli studenti delle superiori continueranno con la didattica a distanza, mentre i più piccoli andranno in aula a singhiozzo, in base all’andamento del contagio nella loro classe. Per diminuire il rischio, nei mesi scorsi servivano alcune misure di edilizia scolastica, una diversa organizzazione delle classi, docenti subito al loro posto. Ormai, però, è inutile piangere sul latte versato” continua.
Aggiunge che una possibile soluzione potrebbe essere l’allungamento delle lezioni nei mesi estivi. “Il prezzo che questa generazione di studenti rischia di pagare sta diventando enorme, con perdite in termini di conoscenze, di prospettive di lavoro e di reddito, di qualità della cittadinanza già ora in parte irrecuperabili. La risposta non può che essere una, la dico nel modo più ruvido: allungare l’anno scolastico fino a luglio e perfino ad agosto, con l’obiettivo di recuperare quello che non è stato fatto da marzo scorso a oggi“.
“Pur sapendo che molti docenti hanno fatto miracoli in questo periodo con la Dad, non basta ancora. Chi è rimasto indietro deve avere nuove chance quando la pandemia ci darà tregua” conclude.