Il professor Massimo Galli, noto infettivologo ha spiegato che la situazione potrebbe tornare come prima se non venissero adottate nuove restrizioni anticovid per combattere il coronavirus, “situazione comparabile a marzo”.
“Stiamo andando a rischiare una situazione comparabile per alcuni aspetti a quella di marzo”, servono “interventi decisi” per arginare il virus. Così si è espresso il professor Massimo Galli, noto infettivologo e primario presso l’ospedale Sacco-Università degli Studi di Milano.
Il dottore ha discusso riguardo l’aumento costante ed allarmante dei contagi negli ultimi giorni in Italia ed in Europa, ribadendo la necessità urgente da parte del governo di reintrodurre misure importanti da parte del governo con restrizioni anticovid, l’ultimo dpcm dovrebbe reintrodurre l’obbligo assoluto di indossare la mascherina.
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“Siamo in pericolosa ascesa, è sufficiente un’aritmetica elementare per capirlo. Il trend è in chiara ascesa e questo implica la necessità di interventi decisi. È un andamento che non può che essere considerato preoccupante. È stata un’estate troppo frizzante per molti aspetti, troppo fuori norma. Soffro all’idea di criminalizzare i giovani e di considerarli responsabili di quello che succede, ma assembrarsi nei locali non è un atteggiamento responsabile”.
“Quest’estate ha rimescolato le carte e si è visto quando abbiamo riaperto. Gli spostamenti interni e i comportamenti durante il periodo estivo hanno messo il seme di un’ulteriore diffusione. Non si può pretendere che se si riprenda non si paghi dazio con infezioni sul luogo di lavoro e nel contesto scolastico. Se si aprono le discoteche e si indicono le elezioni come se niente fosse, è un segnale opposto a ‘non è finita’. Quello che è successo in Francia e in Spagna è davanti ai nostri occhi, temo che” importanti e urgenti nuove restrizioni anticovid sarebbero quindi “inevitabili e spero che non siano tardive“.
“Noi siamo adesso sul crinale che ci potrebbe portare ad una situazione di assoluta gravità. Non possiamo chiudere le scuole e non possiamo chiudere le attività economiche. Convivere con il virus vuol dire questo. È grave che si continui a pensare che si possa gestire questa cosa facilmente nella condizione della normalità, soprattutto perché la nostra normalità con il nostro sistema sanitario e le nostre leggi ci mette in grandissima difficoltà”.