In via di sviluppo il protocollo studiato dall’azienda ospedaliera di Padova per consentire la visita nelle ultime ore di vita, l’appello era stato lanciato dalle figlie di un noto cardiologo deceduto il 20 agosto.
Ad oggi nel Mondo sono oltre 1 milione le persone morte a causa del coronavirus, nella loro sofferenza gran parte di questi pazienti sono morti anche in totale solitudine, senza poter avere accanto i propri cari negli ultimi istanti della propria vita a causa della rigida terapia intensiva.
Per questo motivo l’Ospedale di Padova sta cercando di studiare un modo per rendere possibili le visite da parte dei parenti stretti per i pazienti morenti anche se positivi al covid. Nel caso ci riuscisse sarebbe il primo polo ospedaliero d’Italia a renderlo possibile, questo dopo aver ascoltato l’appello delle figlie di Sergio Della Volta, cardiologo di fama mondiale morto totalmente solo a 92 anni, il 20 agosto scorso proprio mentre era positivo.
Le sue figlie Maurizia ed Alessandra si sono chieste: “Perché mantenere questa rigidità ora che le cose si stanno un po’ normalizzando, tanto che hanno riaperto ristoranti, discoteche, centri commerciali, stadi, palazzetti? Che senso ha oggi questo martirio? La vicinanza nella morte ha a che fare con i bisogni intimi e antichi dell’uomo…”
Le figlie, entrambe musiciste ed insegnanti al Conservatorio di Parigi, hanno raccontato che il padre era stato ricoverato nell’ospedale per un infarto, in seguito era emersa anche la positività del tampone pur essendo asintomatico con carica virale bassa. Per questo motivo era in vigore il divieto assoluto di vedere qualsiasi persona esterna al personale medico, Maurizia si era rivolta alla direzione per ottenere una regola ma senza alcun successo.
“In Francia, dove vivo, il governo, anzi, il presidente Macron in persona, ha statuito che è possibile la visita al familiare in fin di vita… In Italia solo i minori hanno diritto a un accompagnatore che stia con loro. Ma gli anziani e anzianissimi si trovano nelle stesse condizioni di debolezza emotiva, di fragilità, e hanno gli stessi bisogni. Proprio in virtù di questa fattibilità chiederei alle autorità italiane di rendere regolarmente accessibile alle famiglie la possibilità di vedere un’ultima volta i loro cari. Pur nella tristezza è una piccola consolazione antica che aiuta in qualche modo a elaborare il lutto…. E chiederei anche che venga concessa, con le dovute precauzioni, la visita ai parenti in fin di vita”: Conclude la figlia.