Una volta avvenuta la scoperta gli inquirenti hanno sequestrato l’industria che possedeva 670 bovini, nei guai i proprietari.
Aveva fatto il giro dei social un’immagine che ritraeva “prima e dopo” la foce del Canale Agnena il periodo del lockdown. Alla fine gli inquirenti hanno scoperto che i responsabili della macchia nera nelle acque casertane erano i proprietari di un’azienda zootecnica poco distante.
Ieri mattina i carabinieri assieme alla guardia costiera locale hanno così operato il sequestro dell’industria bufalina di cui padre e figlio (residenti rispettivamente a San Cipriano D’Aversa e Caserta) sono proprietari, la quale possiede circa 670 animali da produzione.
Ora sono entrambi indagati per importanti accuse di inquinamento ambientale e condotta reiterata e considerati responsabili del deterioramento delle acque del territorio.
Dopo che le foto dell’enorme macchia nera hanno iniziato a girare sul web sono partite immediatamente le indagini che attraverso campioni e riprese dall’alto hanno scoperto la massiccia quantità di letame presente sul fondo delle acque. In poco tempo sono riusciti a risalire alla fonte dell’inquinamento, l’ultimo controllo effettuato risaliva al giugno 2018.