Durante il programma “Che tempo che fa” il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina ha di nuovo dichiarato che le scuole italiane non riapriranno finché non ci sarà la totale sicurezza.
Ha poi continuato: “Il Paese deve essere orgoglioso e fiero di tutto quello che sta facendo il personale scolastico. Il mio compito da ministro è pensare a diversi scenari se le scuole non riapriranno”. E in riferimento a quanto detto dal dottor Roberto Burioni, ossia che la scienza non può prendere decisioni politiche, il ministro ha affermato: “Ascolteremo ciò che le autorità sanitarie ci diranno. Come ministro non ho competenze mediche, torneranno solo quando le condizioni lo permetteranno. La politica sarà ancora più prudente, si assumerà le sue responsabilità ma non metterà a rischio gli studenti, quindi aspetta dati scientifici”.
E agli studenti che quest’anno dovranno affrontare gli esami di terza media e di maturità, assicura che verrà “garantito un esame serio”. Se le scuole dovessero riaprire entro il 18 maggio, la prova di maturità si avvarrà di una commissione interna e di un presidente esterno, con prova di italiano uguale per tutti ma seconda prova creata dalla commissione interna poiché “è necessario garantire prove aderenti a quanto gli studenti hanno effettivamente fatto durante l’anno“. In caso le scuole rimangano chiuse ci sarà solo l’esame orale.
La Azzolina si è detta molto fiduciosa negli studenti e nel loro senso di responsabilità e ha ribadito che verranno ammessi alla maturità anche i ragazzi che non hanno la piena sufficienza, dal momento che “la didattica a distanza ha risultati importanti ma non posso avere la matematica certezza di essere arrivata al 100 percento degli studenti. Se ci fosse un solo studente a cui non è stato garantito il diritto allo studio io devo garantire quel diritto”. Gli studenti di terza media, invece, se non potranno tornare a scuola verranno giudicati attraverso un elaborato progettato con i docenti.
E alla domanda di Fazio su un proseguimento della didattica a distanza anche in autunno in caso di permanenza del virus, il ministro ha risposto: “È uno degli scenari a cui stiamo pensando. Con lo staff del Ministero lavoreremo a tutti gli scenari. Domani in Consiglio dei ministri discuteremo a un decreto che farà riferimento anche a questi aspetti“. Intanto si attende l’approvazione del decreto che porterebbe la didattica a distanza da consigliata a obbligatoria.