Sale il bilancio delle persone contagiate dal coronavirus. Di conseguenze, è salito anche il bilancio delle vittime, che, per ora, si attesta a sei. Tuttavia, sempre più spesso diverse future mamme in gravidanza stanno chiedendo ai propri medici di base e agli esperti del settore se si debbano preoccupare e se il possibile contagio possa provocare dei danni al feto.
A oggi, ci sono pochi dati scientifici che consentano di capire con precisione sia l’evolversi del coronavirus sia eventuali ripercussioni sull’organismo. Ciononostante, è intervenuta la rubrica web “Dottore ma è vero che…?“, curata dalla Federazione degli Ordini dei Medici (Fnomceo), al fine di fornire una corretta informazione e ridurre le fake news che stanno dilagando negli ultimi giorni.
La rubrica ha spiegato che, all’inizio dell’epidemia, si pensava che il coronavirus avrebbe provocato dei danni seri alle future mamme in gravidanza e ai loro nascituri. In effetti, la ricerca evidenzia come il virus dell’influenza stagionale crei un maggior rischio di complicanze legate alle vie respiratorie alle donne in stato interessante. Però, secondo le poche evidenze empiriche che si hanno a disposizione, il coronavirus non dovrebbe provocare dei danni particolari ai feti delle mamme che si trovano al terzo trimestre della gestazione. La ricerca in questione si è basata su un campione di nove gestanti al terzo trimestre di gravidanza e infettate dal virus di Wuhan. Dei particolari degni di nota sono: hanno avuto la febbre sotto i 38 gradi, hanno presentato tosse e dolori muscolari, hanno partorito con taglio cesareo.
Alla nascita, i medici hanno evidenziato che i piccoli non erano stati contagiati dal virus, ma che erano in buone condizioni di salute. In effetti, sono nati tutti vivi, con buoni parametri di vitalità e senza andare incontro ad asfissia neonata. Allo stesso tempo, non si sa ancora cosa possa succedere nel caso di parto naturale. Nei casi esaminati, trattandosi di parto con taglio cesareo, no vi è stato il passaggio del neonato attraverso la placenta. Pertanto, gli esperti di Fnomceo hanno sostenuto la necessità di approfondire “gli eventuali danni per infezioni avvenute nei primi mesi di gestazione“.