Undici militanti di Forza Nuova avevano messo in scena un finto funerale, in occasione di un’unione civile tra due gay. I fatti erano avvenuti il 5 febbraio 2017 a Cesena, all’indomani dell’approvazione del ddl Cirinnà. Lo scorso ottobre, il Tribunale di Forlì aveva rinviato a processo dieci protagonisti della sceneggiata, accusati di propaganda e discriminazione razziale. All’undicesimo aveva invece concesso la messa alla prova. In questo modo, gli era stata tramuta la pena in lavori socialmente utili.
Per questo motivo, a partire dallo scorso 13 febbraio, l’ex militante di Forza Nuova – che nel frattempo si è dissociato dal movimento di estrema destra – è impegnato a tinteggiare alcuni fabbricati. Prima, ha iniziato con alcuni edifici del cimitero urbano di Diegaro, a Cesena. Oggi, mercoledì 19 febbraio, è dovuto andare alla sede di Arcigay di Rimini per portare a termine lo stesso lavoro. Questo perchè, a causa della forte discriminazione legata all’orientamento sessuale che è stata protagonista della messa in scena, l’associazione si è costituita parte civile al processo.
“Anche simbolicamente, oggi si copre un torto effettuato. Lo si cancella e si riparte da zero. Lo si fa in un centro di antidiscriminazione gestito da noi. Questo ci fa essere molto soddisfatti del fatto che si stia sanando una cosa sbagliata e si stia facendo un passo avanti per un modo civile di convivere“, ha spiegato Marco Tonti, il presidente di Arcigay Rimini.
Gloria Lisi, la vicesindaca di Rimini arrivata nella sede di Arcigay per salutare e ringraziare l’uomo della scelta effettuata, ha commentato: “Penso sia importante questo gesto di imbiancare, di riportare alla luce quello che invece è l’animo umano, che non è di sicuro fatto per gesti di odio e di violenza“. L’ex di Forza Nuova dovrà dunque terminare le otto ore restanti di lavori socialmente utili, dopo le sei ore trascorse tra i fabbricati del cimitero. A riguardo, la Lisi ha riferito: “Se tutto andrà bene, ci sarà il non luogo a procedere. Se si è pentito? Non sono io a doverlo dire. Se fosse vista come una messa alla prova solo per evitare un processo, questo non avrebbe prodotto un granché. Il pentimento arriva dopo che uno si rende conto di aver sbagliato per davvero. Magari in questi giorni, con la sua coscienza, ci sarà un ravvedimento“.