L’incidente del Frecciarossa, avvenuto la mattina del 6 febbraio, ha suscitato grande commozione fra i colleghi dei due macchinisti morti e la gente che ogni giorno affolla le stazioni e i treni italiani. Le due vittime sono Giuseppe Cicciù, originario di Reggio Calabria, e Mario Dicuonzo, di Capua ma residente a Pioltello (Milano).
I macchinisti sono morti all’alba del 6, nel deragliamento del Frecciarossa nei pressi di Lodi. Questa mattina, i treni della Circumvesuviana si sono fermati nel terminal di Porta Nolana in segno di rispetto per i due colleghi scomparsi, per le loro famiglie. A treni fermi alla banchina, parte all’unisono il suono delle sirene: un saluto, un addio.
Durante la giornata di oggi, si sono susseguiti scioperi a catena dei dipendenti di Ferrovie dello Stato, indetti da varie sigle sindacali.
Il treno deragliato era partito da Milano alle 05.10, diretto a Salerno. Alle 05.35 circa, quando era lanciato a 280km/h e si trovava nel territorio di Livraga (Lodi), la matrice è uscita dal binario e si è schiantata su un casotto di Trenitalia. Il resto del convoglio ha proseguito la sua corsa per almeno un altro chilometro e si è fermato solo quando la seconda carrozza si è ribaltata. Nell’incidente, in cui hanno perso la vita Giuseppe Cicciù e Mario Dicuonzo, sono rimaste ferite altre 28 persone, per fortuna in modo non molto grave. Dicuonzo, di Capua ma da tempo trasferito con la famiglia in provincia di Milano, sarebbe andato in pensione fra qualche mese.