Sono già 41 i decessi accertati in Cina per il Coronavirus di Wuhan e circa 1300 i casi di contagio. La Cina si trova ad affrontare una vera emergenza, mentre il virus non accenna ad arretrare. Le misure cautelative in atto vanno allargandosi sempre di più: il governo di Pechino ha infatti stabilito di estendere il cordone sanitario fino a includere 56 milioni di persone.
Sono ben diciotto le città della provincia di Hubei adesso coinvolte nell’obbligo sanitario imposto dal governo, sempre al fine di tenere sotto controllo il Coronavirus di Wuhan che sta terrorizzando la Cina e non solo. Le autorità cinesi hanno letteralmente chiuso l’accesso da e per queste città, impedendo la libera circolazione dei cittadini, controllando mezzi pubblici e snodi autostradali.
La Cina ha inoltre avviato altre misure d’emergenza in tutto il territorio nazionale, per individuare eventuali casi sospetti su treni, autobus, aerei e luoghi affollati. Il virus partito da Wuhan ha via via coinvolto nell’emergenza un territorio alquanto vasto.
E crescono anche i casi di contagio negli altri continenti: se ne contano in Europa, negli Stati Uniti e in Australia. Si stratta quasi sempre di persone di nazionalità cinese residenti altrove, che erano state in Cina in tempi recenti. Ecco perché le misure igienico-sanitarie adesso si rivolgono a snodi aeroportuali internazionali da e per la Cina.
Solo la Francia conta due casi accertati, prontamente ricoverati in isolamento, ma non se ne escludono purtroppo altri. Così come è ricoverato in isolamento il paziente cinquantenne di origine cinese ma residente a Melbourne, che dopo esser stato a Wuhan, ha accusato i sintomi del virus rientrando in Australia. Il ministro dello stato australiano di Victoria ha però dichiarato, in una conferenza stampa qualche giorno fa, che l’isolamento del paziente e i continui controlli assicurano uno stato di non allerta per la comunità.