La coerenza è diventata una caratteristica sempre più rara, specialmente in ambito politico dove, molto spesso, si pronunciano frasi che poi vengono ritrattate poco dopo. Da questo punto di vista infatti è encomiabile quanto fatto dal Ministro Fioramonti.
Il Ministro dell’istruzione infatti ha consegnato le proprie dimissioni al Premier Conte. Il motivo è semplice: non sono stati stanziati i fondi richiesti a favore dell’Istruzione. I fondi infatti sarebbero equivalenti a poco più della metà di quelli richiesti.
Fioramonti aveva più volte sottolineato quanto siano importanti per lui queste risorse e dunque ha deciso di farsi da parte, poichè la sua richiesta non è stata accolta come sperava.
Ma l’aria di dimissioni già circolava da qualche giorno. Infatti, scherzando con i colleghi, disse: «Che resto a fare al governo?». Evidentemente questa non era solamente una battuta detta tra pochi intimi.
Arrivano dunque le prime dichiarazioni riguardanti questa scelta. Si è espresso sulla questione Mario Rusconi, presidente ANP Lazio: «Le dimissioni del Ministro acuiscono il senso di precarietà e di episodicità degli interventi sulla scuola da parte degli esecutivi che si sono avvicendati negli ultimi decenni. Impostare riforme quasi sempre annullate o svilite da governi subentranti ha avuto l’effetto di creare sconcerto nei docenti, nei dirigenti, negli studenti e nelle famiglie, senza apportare spesso quelle giuste correzioni richieste da chi vive la scuola».
Nel frattempo, da poche ore, è stata annunciata Lucia Azzolina come nuovo Ministro del Miur.