Negli ultimi anni una cosa in particolare è cambiata nel mondo scolastico: sono calate drasticamente le bocciature. Miglioramento del sistema e dell’insegnamento in generale? Non proprio.
Il motivo di questo calo incisivo è da ricercarsi altrove. Il merito non è da attribuire a studenti volenterosi (che ancora peccano in italiano e matematica), bensì ad un vero e proprio allentamento del sistema che serve per valutare gli alunni.
Nel 2009, col Ministro Gelmini, si cercava una maggior rigidità: ammissione solo con il 6 in tutte le materie. Nel 2017 però la Fedeli mischia le carte in tavola, favorendo la promozione, che può essere concessa anche con una mancata acquisizione dei livelli di apprendimento.
Anche alla primaria non si assiste più alla bocciatura. Questa è circoscritta ad alcuni casi eccezionali e devono avere l’appoggio di tutti i docenti coinvolti. Alle scuole superiori il discorso ovviamente cambia e l’alunno può non essere ammesso se colleziona numerose insufficienze.
Queste però possono essere colmate con degli appositi corsi di recupero che possono quindi garantire la promozione dell’alunno. Infine si arriva alla maturità dove si può essere ammessi anche presentando un’insufficienza, l’ammissione però dovrà essere giustamente motivata.
Come ha inciso tutto ciò nelle promozioni? Alle superiori, nell’anno 2013/2014 i promossi erano il 65.1%. 5 Anni dopo sono aumentati, arrivando al 71.1%. I motivi di questo favorire la promozione forse sono da ricercarsi nel fatto che non si voglia lasciare nessuno indietro e di limitare la dispersione scolastica. Questo però va a discapito della qualità degli elementi appresi dal singolo studente.