Docenti come insegnanti autorevoli ed in grado di crescere al meglio le future generazioni, oppure docenti destinati ad essere relegati a semplici dipendenti statali? Siamo arrivati al punto di doverci porre questo interrogativo.
Ma perché dobbiamo porci queste domande? La risposta è semplice: la violenza ai danni dei docenti è dilagante. In questa sede già si è discusso in maniera approfondita riguardo questo tema, eppure c’è qualcosa che ancora ci sfugge, un qualcosa che sarebbe in grado di delineare al meglio il quadro attuale.
Come risaputo, un tempo c’era maggior rispetto per questa categoria. Era considerato un lavoro di prestigio a cui molti ambivano. Ora invece è considerato solo un lavoro faticoso e sottopagato.
Come se non bastasse, i docenti vengono trattati come se non valessero nulla. Questa è la cruda realtà. Qualcosa si è rotto in maniera irreparabile, tant’è che nel 2018 si contano ben 33 aggressioni ai danni dei docenti, un numero incredibilmente alto a cui si sommano le violenze non denunciate.
La politica spesso parla di scuola, ma solo perché è un argomento molto sentito ed in grado di spostare voti. Si parla di grembiule, di impronte digitali, di crocifissi e presepi. Negli ultimi mesi si è preso a parlare anche delle aggressioni ma non si parla ancora di come dare prestigio ai docenti.
Un lavoro obbiettivamente sottopagato che nessuno ha interesse di risollevare. A breve ci saranno le Elezione Europee: staremo a vedere se verrà fatta qualche proposta in ambito scolastico (magari qualche annuncio sensazionalistico) che possa risollevare le sorti dell’istruzione italiana.
L’Italia vanta dei validissimi elementi nella classe docenti, è ora che quest’ultimi vengano valorizzati come meritano.