Donatella Di Bona, la 28enne di Frosinone che ha strangolato a morte il suo bambino di due anni, porta ancora i graffi sulle braccia, dovuti al disperato tentativo del piccolo di liberarsi da quella stretta fatale.
Il tragico evento è successo a Piedimonte San Germano (Frosinone). Ora il corpicino del piccolo Gabriel Faroleto è nella camera mortuaria dell’ospedale Santa Scolastica di Cassino in attesa dell’autopsia, mentre la madre è stata portata nel carcere di Rebibbia.
La donna avrebbe strangolato il bambino per strada mentre piangeva perché “voleva andare dalla nonna”. Da quanto è emerso Donatella Di Bona era affetta da disturbi mentali, ma non si era mai sottoposta a delle cure. Subito dopo l’omicidio è tornata a casa e agli infermieri dell’eliambulanza giunti in soccorso ha raccontato: “Mi hanno investito con mio figlio in braccio“.
I sanitari hanno provato a far rinvenire Gabriel Faroleto per circa un’ora, ma il loro tentativo è stato inutile. I carabinieri non hanno creduto alla versione fornita dalla donna e l’hanno interrogata tutta la notte, fino alla sua confessione.