Purtroppo esistono persone senza scrupoli, individui che non hanno a cuore le scuole e tutto ciò che è utilizzato al loro interno. Proprio in virtù di ciò non si fanno alcun problema ad irrompere negli edifici scolastici e depredare tutto ciò che possono. Considerando quanto siano scarsi i contributi che le scuole ricevono, questo gesto si traduce in qualcosa di veramente brutto e altamente fuori luogo, che priva la comunità di importanti strumenti.
Una bambina di Modena, la quale è consapevole dei furti subito dalla sua stessa scuola ha deciso di scrivere una lettera aperta, cercando in questo modo di aprire il cuore dei ladri.
«Vorrei che queste persone pensassero che anche i loro figli» così ha esordito la bambina, che ha dunque proseguito: «Quando tornano a scuola, potrebbero trovare i vetri frantumati, il proiettore scomparso, magari proprio nel giorno in cui avevano preparato una ricerca a cui avevano lavorato tanto e che avrebbero dovuto mostrare alla classe». Parole che vanno in cerca dell’empatia, merce ormai sempre più rara, ma qualità ancora viva nei bambini.
La piccola ha dunque proseguito con la sua lettera: «Noi chiediamo come si possa arrivare a questo punto, colpendo i beni di tutta la comunità: quanti ragazzi e ragazze avrebbero potuto trarre beneficio da questi apparecchi elettronici, proiettori e computer che oggi non ci sono più? Ad essere danneggiati sono soprattutto gli studenti che a casa non possiedono questi strumenti, o coloro per i quali rappresentano un modo diverso per apprendere. A volte sono studenti disabili, per i quali questi strumenti sono indispensabili».
Quanto scritto dalla giovane alunna è condivisibile in ogni suo punto. Forse non servirà a recuperare le apparecchiature rubate, ma senza dubbio insegna a noi tutti come gli alunni tengano davvero a tutto ciò che si fa in classe, e agli sforzi dei docenti per permettere lezioni coinvolgenti e diversificate.