Tra i 157 passeggeri che volavano sul Boeing 737 precipitato in Etiopia c’erano anche Maria Pilar Buzzetti e Virginia Chimenti, due giovani romane. Erano romane sì, ma cittadine del mondo; ed erano studiose ed appassionate di viaggi e lingue.
E così avevano unito questo voler coltivare la loro curiosità al poter trarre profitto nel vivere nel primo mondo, ovviamente non dimenticando gli altri. Dopo la laurea a Roma Tre, Maria si era specializzata alla Luiss in ‘Relazioni internazionali, scienze politiche e governo’ con 110 e lode, e infine un master. Aveva già operato come volontaria con Medici Senza Frontiere e da qui era poi passata al programma dell’Onu contro la fame.
Qualche anno in meno aveva invece Virginia che si era diplomata al Liceo Avogadro, poi andata alla Bocconi di Milano per studiare economia e infine Londra per la specializzazione. Oltre al lungo impegno come scout, era stata volontaria all’estero; in particolare era stata cooperante con una ong tra le baraccopoli del Kenya.
Lavoravano ora entrambe per l’Onu, in particolare per il World Food Programm, programma che punta al sostentamento di milioni di uomini, donne e bambini in scenari di guerra e carestia. Le due ragazze erano quindi attivissime nello studio e nel lavoro; è proprio il caso di ricordarle come parte di quella nostra meglio gioventù, quella gioventù che a 30 già lavora per l’Onu, quella gioventù che sa essere anche scanzonata ma che soprattutto sa tendere le mani, e che per farlo sa attraversare le frontiere geografiche e spesso anche umane.
Ma questo in questo loro viaggiare, in un volo diretto in Kenya, hanno purtroppo incontrato la morte a causa di un incidente con contorni che sono ancora tutti da chiarire. In questo disastro aereo, oltre a Maria e Virginia, hanno perso la vita anche altre sei persone italiane. Si tratta di: Paolo Dieci, presidente della ong Cisp veterano della cooperazione, l’assessore ai Beni Culturali della Regione Siciliana Sebastiano Tusa e una collega di Virginia e Maria, Rosemary Mumba; tre volontari della Onlus Bergamasca Africa Tremila Onlus: l’ex medico Carlo Spini, la moglie Gabriella Vigiani, e il commercialista bergamasco Matteo Ravasio.