Durante la lettura della sentenza della Corte D’appello sul processo che vede imputata la famiglia Ciontoli, il giudice si è rivolto ai parenti di Marco Vannini dicendo: “Se volete andarvi a fare un giro a Perugia, ditelo“.
Dopo che i famigliari avevano protestato per la riduzione della pena da 14 a 5 anni per il capofamiglia Antonio e a 3 per mogli e figli, il magistrato ha minacciato l’apertura di un fascicolo contro la famiglia del giovane ucciso a vent’anni da un colpo di pistola. A Perugia, infatti, ha sede il distretto in cui vengono inviate le pratiche relative a eventuali reati contro i giudici della Corte d’Appello di Roma.
La sentenza ha suscitato molte polemiche e in tantissimi hanno espresso la loro vicinanza alla famiglia di Marco. Ecco come si è espresso il giudice: “In nome del popolo italiano, la prima Corte d’Assise d’Appello di Roma ridetermina per Antonio Ciontoli la pena in anni cinque di reclusione, revoca le pene accessorie applicate dal primo giudice a tutti gli imputati condannati ai sensi dell’articolo 33 del codice penale, conferma nel resto l’impugnata sentenza, condanna gli imputati, esclusa Viola Giorgini, alla rifusione delle spese di costituzione e rappresentanza in favore delle parti civili costituite, che liquida complessivamente in euro 4800…per cortesia!”
Interrotto dal mormorio dei presenti, durante la lettura, il magistrato ha richiamato più volte i presenti a rispettare il silenzio, ma quando ha annunciato la riduzione della pena, sono scattate le proteste. Il giudice ha chiesto ai carabinieri di scortare le parti civili fuori dall’Aula, ma mamma Marina, ha iniziato a gridare “Vergogna!“. Avvicinandosi al giudice ha poi continuato: “Come potete dire queste cose? Mio figlio aveva 20 anni!“
Il giudice ha risposto: “Non ho ancora finito di leggere il dispositivo, questa è interruzione di pubblico servizio ai sensi dell’articolo 340“. Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, è intervenuto sulla vicenda, commentando così la frase pronunciata dal giudice durante la lettura della sentenza: “Ho già spiegato che il ministro non può entrare nel merito delle decisioni dei giudici, ma ho visto il filmato di quando viene letto il dispositivo della sentenza, voglio spiegare che un magistrato ha tutti gli strumenti idonei a far mantenere l’ordine dentro un’aula giudiziaria, ecco perché ritengo che sia inaccettabile, e sono indignato per questo, che un magistrato interrompa la lettura del dispositivo della sentenza per dire: ‘Se volete andarvi a fare un giro a Perugia, ditelo’. Lo ritengo inaccettabile e come ministro della Giustizia ho attivato gli uffici perché vengano fatti tutti gli accertamenti del caso“.