Spesso si discute in questa sede su quanto sia importante l’istruzione. Studiare infatti non serve solo per formarsi e poter trovare un buon posto di lavoro, serve soprattutto ad aumentare la propria cultura. Molto spesso questo aspetto viene preso particolarmente sotto gamba. Lo studio quindi si riduce ad una sola memorizzazione dei concetti utili per superare l’anno.
Spesso si ribadisce dunque l’importanza dello studio. Però, da qualche anno, viene acclamata la scarsa istruzione, o per meglio dire, non voler proseguire gli studi. Spesso si ricalca il cliché dell’inutilità della laurea: esiste infatti la convinzione comune che quel “pezzo di carta” in realtà serva a poco o a niente.
Di questo avviso è Matteo Salvini che, nel corso di una lunga intervista per Panorama, si è espresso su questo argomento in particolare. Facendo riferimento al fatto se si sentisse culturalmente inferiore a persone come Roberto Saviano, Massimo Cacciari, Ferrara e altri intellettuali anti salviniani, ha semplicemente dichiarato: «Affatto. Non sono la laurea o la cultura enciclopedica a fare la differenza, ma la vita quotidiana. Oggi ho ricevuto il messaggio di un bambino disabile che abbiamo aiutato ad andare a scuola. Per me vale di più di otto libri».
Il leader della Lega dunque prosegue asserendo che molti intellettuali, al momento, si stiano avvicinando alla Lega. Infine Matteo Salvini parla di Flavio Briatore il quale disse che per governare un’impresa non occorre la laurea: «Briatore l’ho sentito mezz’ora fa, lo conosco e lo stimo. Penso di aver fatto bene il ministro pur non essendo laureato, se i miei figli vorranno lavorare e non laurearsi non sarò certo io a obbligarli».