La scuola sicuramente è molto importante. Esistono materie che per lo studente risultino più facili, altre invece sono più complesse. In quel caso l’unica via da seguire è quella di applicarsi ogni giorno per superare questo ostacolo.
Questo problema però, per un imprenditore torinese, è diventato piuttosto centrale nella sua vita. Il figlio andava male in matematica, quindi il padre, ogni mattino, lo interrogava sulle tabelline.
Ogni giorno gli chiedeva la tabellina dell’8 e del 9. In entrambe il piccolo, di soli 8 anni, stentava. Ed è in quel momento che iniziano i problemi. Il papà perde le staffe ed inizia con qualche scappellotto, poi si lascia prendere la mano e prosegue con spinte e ceffoni.
Le reazioni eccessive del padre hanno stancato la moglie che dunque, nell’estate del 2017, ha denunciato il marito ai Carabinieri. L’uomo è stato dunque accusato per abuso di mezzi di correzione. Il papà però ha difeso i suoi metodi.
«Lo faccio per il futuro di mio figlio Gli chiedo le tabelline al mattino presto, perché poi sono fuori casa tutto il giorno. Vorrei che seguisse le mie orme». Gli avvocati dell’imprenditore hanno sostenuto che non fosse nelle intenzioni del padre mortificare il figlio.
«Si tratta di un padre dall’educazione arcaica e non ha mai voluto fare del male al suo bambino» hanno dichiarato gli avvocati. Hanno aggiunto inoltre che il fratello del bambino, meno bravo di lui a scuola, non è mai stato rimproverato dal padre in maniera rigida.
Però non c’è stato nulla da fare: il padre era andato oltre. Hanno patteggiato per una pena di tre mesi.