Chiunque abbia un figlio in età scolastica sa che prima o poi arriverà quel fatidico giorno: il giorno in cui il rappresentante dei genitori si preoccuperà di raccogliere i soldi per le varie attività scolastiche oppure per prendere questi contributi che serviranno per del materiale scolastico.
Il Miur in quest’ambito è stato piuttosto cristallino: è bene limitare di richiedere in maniera eccessiva un contributo alle famiglie. Lo scopo sembra chiaro. Un aumento dei contributi può portare a spiacevoli conseguenze come, ad esempio, discriminazioni ma anche esclusioni.
Fin qui sembra tutto comprensibile. È la proposta successiva del Miur che porta alcune perplessità. Il Ministero invita ad attivare sponsorizzazioni, sulla base della normativa vigente, o a individuare altre forme di contribuzione in favore delle famiglie meno abbienti.
Forse sarebbe opportuno, prima di rivolgersi ad eventuali sponsor, che siano gli organi di competenza a contribuire piuttosto che gli esterni. Sarebbe quindi opportuno ricorrere ai soldi pubblici invece di ricevere fondi da privati.
Anche la parte in cui il Ministero parla di “famiglie meno abbienti” solleva qualche dubbio: la scuola è obbligatoria e gratuita, perché servirebbero contributi in loro favore?
Le scuole comunque sono in grado di racimolare qualche soldo, soprattutto nel periodo natalizio. Ma un conto è che la scuola si ingegni per cercare di coprire le mancanze, un altro è che sia il Miur stesso a suggerire sponsorizzazioni per garantire a tutti il diritto all’istruzione. La cosa sembra essere particolarmente fuori luogo.