Sarebbe bello poter parlare degli studenti italiani solo in termini positivi. Purtroppo però il Bel Paese si aggiudica un altro primato, purtroppo negativo. Secondo i dati Istat infatti l’Italia si piazza al 4° posto per quanto riguarda l’abbandono degli studi. C’è stato qualche miglioramento rispetto agli anni passati, ma le percentuali bassissime di altri Stati Europei come Germania, Gran Bretagna e Francia risultano ancora molto lontane.
Alla base di questa dispersione scolastica però inciderebbe particolarmente il tasso di povertà in Italia. Il fenomeno di abbandono scolastico quindi riguarda la condizione sociale, che si traduce in povertà, disoccupazione e decadimento sociale. Questo quindi porta inevitabilmente all’abbandono degli studi.
Questo troverebbe un riscontro analizzando quali siano le regioni italiane con il più alto tasso di dispersione scolastica. Troviamo regioni come Sardegna, Sicilia, Campania, Puglia e Calabria. Queste infatti sono anche le regioni italiane dove la povertà è maggiormente diffusa. In Sicilia si registra il valore più alto, ovvero 457 minori in povertà su 10mila abitanti.
Il punto di rottura viene rappresentato dalla scuola media, che è il momento in cui maggiormente si interrompono gli studi: su 1.710.004 alunni, ben 10.591 hanno interrotto gli studi prima della fine dell’anno scolastico senza rilasciare una motivazione valida. Di questi, solo 1 studente su 3 si è riscritto al primo anno.
Per quanto riguarda la correlazione tra l’abbandono scolastico e la criminalità minorile, risulta che più di un ragazzo su 100, di età compresa tra i 14 ed i 17 anni, è stato denunciato dalle forze dell’ordine. Il numero risulta particolarmente alto a Bolzano, dove le denunce arrivano al 3% degli adolescenti in questa fascia d’età. Lazio, Liguria, Piemonte e Sicilia sono le regioni che seguono il Trentino-Alto Adige.
Da questo dato si evidenzia come al Centro e al Sud il tasso di denunce sia inferiore rispetto al Nord: 15mila denunce al Nord contro le 7mila del Centro e 11,8mila del Sud.