“Papà, cosa succede?” sono state le ultime parole di Federico, 15 anni, che si trovava insieme ad altre otto persone nella villetta di Casteldaccia spazzata via dal fiume Milicia in piena la notte tra sabato e domenica.
Secondo Repubblica il ragazzo stava giocando con la sorellina di un anno quando ha cominciato ad entrare fango dalla porta. Giuseppe Giordano, il padre, ha provato a respingerla con la scopa ma in un attimo l’ondata di acqua e detriti è entrata in casa travolgendo tutti. Non è servito a nulla fuggire in un’altra stanza e per Federico è stato inutile anche salire su un letto con in braccio la sorellina.
“Papà, la tengo io“, ha detto, un attimo prima di essere travolto dal fango. I due fratelli sono entrambi deceduti, mentre il padre si è miracolosamente salvato. L’uomo ora piange i suoi due figli e altri sette parenti travolti dalla furia del fiume Milicia. La famiglia viveva in affitto in quella villetta da circa due anni ed ora la procura di Termini Imerese vuole fare degli accertamenti sull’abitazione.
Giovanni Di Giacinto, sindaco di Casteldaccia, ha dichiarato: “La casa travolta dal fiume, di cui le vittime era affittuarie, era abusiva e dal 2008 pendeva un ordine di demolizione del Comune che è stato impugnato dai proprietari dell’immobile davanti al Tar. Da quanto ci risulta ancora il tribunale amministrativo non ha provveduto, per cui la demolizione non è stata possibile“. Molto probabilmente il dramma che si è portato via nove persone, quindi, si sarebbe potuto evitare se quella villetta fosse stata abbattuta.