Spesso ci si interroga se sia giusta la promozione o la bocciatura nel momento in cui ci si trova di fronte ad uno studente che presenta evidenti lacune. La prima cosa che viene in mente sarebbe la bocciatura: come può uno studente con evidenti problemi nello studio non ripetere l’anno?
Eppure la risposta non è sempre questa. Aleggia tra i docenti una sorta di energia che gli fa venire i brividi: le critiche dei genitori. Esatto. Ormai è entrato talmente tanto nell’immaginario collettivo il fatto che i genitori possano contraddire i docenti che questi rabbrividiscano al solo pensiero di bocciare un proprio alunno.
Nonostante siamo alle soglie del 2019, la bocciatura viene ancora vista come un motivo di imbarazzo che i genitori devono assolutamente cancellare. E allora cosa accade? Invece di impiegare tempo ed energia prima della bocciatura, i genitori decidono di concentrare tutti i loro sforzi per modificare il responso.
L’importante è che il lavoro del docente sia sempre criticato, senza se e senza ma. I genitori nemmeno si domandano se la bocciatura sia stata meritata o meno: il proprio figlio non va toccato assolutamente.
Ovviamente non intendo fare generalizzazioni: non tutte le famiglie di figli bocciati procedono con ricorsi per cambiare il verdetto dei professori, ma questa è una prassi che rischia seriamente di prendere piede.
Purtroppo la figura del docente ancora non è riuscita a riabilitarsi del tutto e di conseguenza non trasmette più quel senso di “timore” ai genitori, questo però non deve tradursi in un eterno giudizio negativo nei confronti del loro operato.
Se uno studente merita la bocciatura, evidentemente non si è applicato abbastanza oppure presenta delle lacune pregresse che gli impediscono di imparare correttamente nuove nozioni. In entrambi i casi sarebbe più costruttivo che i genitori stessero dietro al proprio figlio in ambito scolastico, magari chiedendo consiglio ai docenti, piuttosto che continuare in inutili e sterili “guerre” contro la scuola ed i docenti.