È emersa da un comunicato Anief la richiesta da parte del dicastero di Viale Trastevere con la Nota n. 45988 e rivolta agli Uffici Scolastici Regionali di cancellare l’immissione in ruolo di tutti i diplomati magistrale destinatari delle sentenze negative, entro 120 giorni ai sensi del Decreto Dignità approvato dal governo M5S-Lega.
Le disposizioni incluse ad inizio agosto nel Decreto Dignità, per la trasformazione di tutti i rapporti di lavoro in essere di decine di migliaia di maestri con diploma magistrale in supplenze annuali con scadenza 30 ottobre 2019, devono avere immediato seguito.
È di questi giorni l’invio da parte del Ministero dell’Istruzione della Nota n. 45988, con cui l’amministrazione centrale ordina ai direttori degli Uffici Scolastici Regionali di estinguere il rapporto di lavoro di migliaia di maestri, in larga parte donne, in possesso del diploma magistrale conseguito fino all’anno scolastico 2001/2002, benché avessero anche assolto l’anno di prova, per dare seguito alla sentenza del Consiglio di Stato, in Adunanza Plenaria n. 11 del 20 dicembre scorso, sui giudizi pendenti.
Il Miur si rivolge agli Usr, chiedendo loro di “operare una sollecita ricognizione dei destinatari delle sentenze, attualmente titolari di contratti di lavoro a tempo determinato (supplenti fino al 31 agosto 2019 o fino al 30 giugno 2019), o a tempo indeterminato (con assunzione – condizionata – in ruolo da GAE per effetto di sentenza non definitiva favorevole)”, chiedendo ai direttori degli uffici regionali di fornire “indicazioni ai propri uffici per il costante monitoraggio delle sentenze favorevoli all’Amministrazione sul portale dedicato alla giustizia amministrativa”.
Inoltre, sempre da Viale Trastevere si chiede di “formalizzare con apposito decreto la risoluzione dei contratti a tempo determinato e a tempo indeterminato già stipulati dai docenti destinatari di sentenza di rigetto, a mente dei già citati commi 1 e 1-bis dell’art. 4 della L. 96/18, procedendo” sia “alla revoca della nomina dei docenti di ruolo abilitati magistrali con conseguente risoluzione, entro e non oltre il termine prescritto di 120 giorni, dei contratti a tempo indeterminato a suo tempo stipulati”, sia “alla conversione, in ragione delle medesime esigenze di continuità da assicurare nelle classi, del contratto a tempo determinato di durata annuale (fino al 31 agosto 2019) a suo tempo stipulato a seguito di pronunce non definitive, in contratto a tempo determinato con termine finale non posteriore al 30 giugno 2019”.
Anief annuncia da subito il ricorso per la conferma in ruolo di tutti i maestri che hanno superato l’anno di prova o ha sottoscritto un contratto fino al 31 agosto 2019, per poi ora vederselo convertito d’ufficio al 30 giugno: ne vanno di mezzo i principi di affidamento, conservazione e acquiescenza che avrebbe fatto cessare la materia del contendere nel rapporto di lavoro privatizzato, come ha già ben spiegato nel parere pro veritate espresso dall’ex presidente della Cassazione Michele De Luca.