Le file ai colloqui per parlare con i professori possono risultare lunghe e a tratti anche un po’ snervanti. Fare però la fila per conoscere nel dettaglio il rendimento del proprio figlio è un atto che vale la pena compiere, nonostante il tempo utilizzato.
Alcune scuole di Selargius (Comune di Cagliari) hanno però sperimentato dall’anno scorso un modo innovativo di fare la fila, facendo risparmiare tempo ai docenti e ai genitori. Il tutto sarebbe gestito tramite applicazione nella quale ci si prenota per parlare con il docente. Questo dunque garantisce tempi d’attesa ridotti all’osso andando a beneficio di tutti. Ovviamente l’applicazione è stata accolta a braccia aperte e ha reso felici un po’ tutti.
Ma i problemi sono dietro l’angolo e pronti a guastare la festa. Uno dei dirigenti scolastici della scuola in cui è in uso l’app ha proposto il pagamento di un canone definito “volontario” in modo tale da coprire i costi del servizio che è gestito da privati esterni alla scuola. Ed è qui che insorgono i problemi.
I genitori che non intendono pagare verrebbero scavalcati dai genitori paganti, perdendo di fatto la posizione acquisita essendosi prenotati per tempo. Questa proposta però non è piaciuta molto ai genitori che hanno quindi bocciato l’iniziativa che però è ancora all’ordine del giorno del prossimo consiglio di Istituto, relativamente alla scuola secondaria. La vicenda comunque è arrivata anche a Montecitorio dove si attendono le considerazioni del Ministro dell’Istruzione.
Il nocciolo della questione è soprattutto di tipo etico: è corretto permettere a coloro che possono spendere soldi di scavalcare la fila composta da genitori meno facoltosi? Saltare la fila è qualcosa che può essere comprato? In alcuni parco-giochi è possibile acquistare braccialetti salta-fila pagando un piccolo extra mentre alcuni siti internet permettono di pagare qualcuno che faccia la fila per te. Ma in ambito scolastico è valida questa tipologia di mercato? Fateci sapere la vostra nei commenti.