Ogni città d’Italia ha il proprio dialetto. Anche spostandosi di pochi chilometri molte parole cambiano pronuncia o assumono un significato differente. Il linguaggio è un magico labirinto nel quale si cela cultura e tradizione.
Proprio di cultura e tradizione si torna a parlare, in particolare si discute della lingua Sarda. Questa infatti potrebbe essere parlata addirittura dietro i banchi di scuola. Ma andiamo con ordine.
Nel 1992 viene approvata a Strasburgo la Carta europea delle lingue regionali o minoritarie. L’Italia la sottoscriverà più tardi, nel 2000. Nonostante ciò però nel Bel Paese non si è mai concretizzata in legge. Ora, 18 anni dopo, qualcosa inizia a smuoversi. Gianni Marilotti, senatore pentastellato è stato il firmatario di una proposta di legge che ha lo scopo di tutelare la lingua sarda in tutti gli ambiti: scuole, università e pubblica amministrazione. Questo sarebbe reso possibile attraverso la programmazione nei palinsesti del servizio pubblico ma anche nel web.
La Carta europea delle lingue regionali o minoritarie ha un obiettivo molto importante, ovvero quello di tutelare e promuovere l’eredità e le tradizioni culturali europee. Non solo: viene tutelato anche l’utilizzo di tali lingue in ambiti pubblici e privati.
Marilotti ha precisato: “Il rispetto dei diritti umani, compresi quelli delle persone appartenenti a minoranze è, come specificato dal Trattato di Lisbona, uno dei principi su cui si fonda l’Unione Europea . Con questa ratifica, la lingua sarda avrà finalmente un pieno riconoscimento e sarà più facile consentirne l’utilizzo in tutti i contesti, assicurandone così la salvaguardia e lo sviluppo”.
In questo modo la lingua sarda potrà essere parlata in diversi ambiti, tra cui la pubblica amministrazione e l’istruzione.