È stata Sara Bandini, preside dell’Istituto comprensivo Sampierdana di Genova, a raccontare al quotidiano Repubblica la storia di Adele (il nome è di fantasia), una bambina che il 14 agosto scorso, mentre guardava da una finestra il temporale in corso, ha assistito al crollo del ponte Morandi di Genova e da quel giorno non parla più.
Dopo aver visto crollare il ponte e sentito il frastuono, la piccola Adele che frequenta la scuola primaria, si è precipitata insieme alla mamma in strada insieme ai tanti residenti nella zona rossa.
Dopo la tragedia del ponte Morandi gli abitanti della zona evacuata, tra cui Adele, sono stati assistiti tra gli altri dall’equipe di psicologi di Emdr Italia, associazione di medici specializzati nel trattamento dei traumi. Sono stati loro a spiegare cosa è accaduto alla piccola rimasta da quel giorno in silenzio. Il disastro ha traumatizzato la bimba: “Se già per un adulto è complesso lasciare le proprie cose, figuriamoci per una bambina che aveva già vissuto il trauma del crollo”, hanno detto ancora i dottori di Emdr Italia.
Lo shock visivo ed emotivo ha prodotto un blocco nella bambina. “In quegli istanti carichi di ansia nessuno si era accorto di quanto accaduto ad Adele, solo dopo i genitori si sono resi conto che era diventata improvvisamente silenziosa. Così sono venuti da noi”, hanno fatto sapere i medici. L’unica cosa da fare adesso è lasciare tempo alla bimba, darle affetto e dolcezza. I medici sono infatti sicuri che si tratti di un “blocco temporaneo” e per il momento hanno trovato il modo di stabilire un canale di comunicazione attraverso il disegno.