Il bonus 80 euro è stato salvato dagli effetti del rinnovo del contratto 2016/18. L’articolo 18 della legge del bilancio ha innalzato le soglie per poter accedere al bonus: la soglia di 24.000 euro è stata innalzata a 24.600 euro, mentre quella di 26.000 euro è passata a 26.600.
Così riferisce il Corriere: “Per il ministro dell’Economia, Giovanni Tria,il «bonus Renzi» è troppo complicato. Non è uno sgravio (e non riduce la pressione fiscale complessiva, cosa che faceva dannare Padoan), e crea problemi al momento dei conguagli, con troppa gente costretta a restituirlo in tutto o in parte per aver superato il tetto di reddito. Meglio utilizzare i 9 miliardi per una prima riduzione delle aliquote o un accorpamento degli scaglioni Irpef. Il primo modulo della flat tax per i cittadini, appunto.”
I soldi del bonus dovrebbero essere dunque destinati a finanziare la flat tax, non conveniente però per i dipendenti della scuola. Secondo Speranza (LeU) tale finanziamento della flat tax coinciderà con tagli all’istruzione e alla sanità Speranza (LEU).
Il ministro Di Maio però risponde “il governo non vuole fare il gioco delle tre carte, non tireremo la coperta da una parte per scoprirla dall’altra, non vogliamo andare a mettere le mani nelle tasche dei cittadini come si è fatto in passato quando aumentavano delle tasse da una parte per finanziare uno sconto o un bonus dall’altra. Vogliamo essere autentici, questa deve essere una manovra coraggiosa e rigorosa, come ha detto il premier Conte, ma soprattutto coraggiosa e significa che dobbiamo fare veramente le cose. Se questo è il governo del cambiamento non può fare come tutti gli altri del passato”.